La Stampa, 27 marzo 2023
Le mense scolastiche fanno schifo. I numeri
Una mensa scolastica su tre è irregolare. Il dato emerge da una relazione del Comando dei carabinieri per la tutela e la salute, in collaborazione con il ministero della Salute. Su 1.058 aziende di ristorazione collettiva che lavorano in istituti pubblici e privati, in 341 sono stati trovati alimenti ammuffiti, pessime condizioni igieniche nelle cucine, qualità e quantità di cibo non corrispondenti agli standard.
Statistica che trova conferma in diversi episodi degli ultimi mesi. Oltre a quello del bullone finito nel panino di un alunno a Milano il 15 marzo, i carabinieri del Nas hanno fatto controlli in quarantuno plessi, trovando carenze igieniche e strutturali in quattordici tra Colleferro, Marino, Anzio, Bracciano e Fiumicino. A Caserta, dopo una denuncia del consigliere comunale di Fratelli d’Italia Pasquale Napoletano lo scorso ottobre per bambini “privati” dell’acqua in mensa perché le famiglie non sarebbero state in regola col pagamento della refezione, le forze dell’ordine hanno accertato che agli alunni di un istituto della provincia è stata servita “pasta e patate” senza patate. E ancora: in un istituto comprensivo di Catania sono stati sequestrati alcuni alimenti confezionati che contenevano peli e capelli ed è stato denunciato il titolare dell’impresa responsabile del servizio. Il settimo rapporto dei menù scolastici dell’osservatorio italiano Foodinsider, se da un lato registra un miglioramento per almeno il 42 per cento delle proposte gastronomiche, dall’altro traccia un elenco delle principali criticità della dieta: scarsa varietà, monotonia, eccesso di carni rosse, presenza frequente di cibi processati (prosciutto, bastoncini, tonno, dessert industriali, formaggi spalmabili) e scarsa qualità del pesce servito. Elementi che formano una “classifica dei menù”. Il podio è occupato da Fano, Parma e subito dietro Cremona. Roma è al dodicesimo posto, Milano al ventottesimo e Torino è la città numero trentatré.
Bambini e ragazzi, dunque, spesso non mangiano sano, mangiano poco o subiscono disagi in un servizio che, in media, costa cinque euro al giorno alle famiglie. Foodinsider cita i costi di Roma (5,595 euro), Firenze (4,90 euro) e Torino (5,50 euro). Ma riporta anche due dati che fanno riflettere: secondo gli insegnanti, il 47 per cento degli alunni mangia meno della metà dei pasti, mentre per il 42 per cento dei docenti la qualità delle mense è insufficiente. Per Claudia Paltrinieri, direttrice di Foodinsider e curatrice del rapporto, «le sanzioni sono troppo basse. Nella relazione di carabinieri e ministero della Salute si parla di 480 infrazioni per 240mila euro di multa, cioè una media di 500 euro ciascuna. Con un sistema sanzionatorio tale da compromettere il contratto di fornitura delle aziende che erogano il servizio, forse non ci sarebbero così tante irregolarità».