La Stampa, 27 marzo 2023
Kiev cambia la toponomastica "imperialista"
Per Kiev, i Tolstoj di troppo sono due, una strada e una piazza. Juri Gagarin, il primo uomo che osservò la Terra dallo Spazio, è russo e va cancellato dalla memoria affissa sui cartelli negli spazi pubblici della capitale. Al suo posto, l’astronauta ucraino Leonid Kadenyuk, che toccò i cieli con la missione della Nasa STS-87 del programma Space Shuttle, era il 1997. Stesso destino per il cosmonauta sovietico Sergej Volkov, eroe della Federazione russa insignito della medaglia quando Putin era primo ministro, nel 2009: fino a poco fa, a lui era intitolata una strada nel distretto Desnyan della città. La storia è cambiata radicalmente con l’invasione russa del 24 febbraio, e così per Kiev deve cambiare anche la toponomastica: giù l’insegna di Volkov, su quella di Pavel Popovych, primo ucraino nello spazio e sesta persona in orbita nel mondo, protagonista glorioso delle missioni Vostok 4 (1962) e Sojuz 14 (1974). E poi, c’è Petr Illic Caikovskij, compositore russo per eccellenza, a cui è dedicato il Conservatorio di Kiev, che sta scatenando un acceso dibattito perché gli studenti da mesi chiedono la rimozione del nome, sostenuti dal governo Zelensky, ma la direzione si oppone.
In un clima insanabile di odio per il nemico invasore, anche l’eco di un balletto come Il lago dei cigni appare al Paese aggredito «uno strumenti del progetto imperialista del Cremlino». Anche se la cultura è cultura, e non dovrebbe essere sottoposta alla cancellazione a tappe forzate, anche se la musica e la letteratura liberano gli spiriti e Guerra e pace è del 1867-69, l’Ucraina ha deciso di procedere a passo spedito nel cammino di de-russificazione. L’ultimo step è la ridenominazione di 16 luoghi cittadini, legati alla Russia e ai suoi satelliti. La decisione è stata sostenuta dalla maggioranza dei deputati del consiglio comunale. Via e piazza Tolstoj – quest’ultima corrisponde ad una celebre fermata della metro del quartiere Sevcenko – lasceranno il posto a una piazza degli eroi ucraini, come ha chiesto una sottoscrizione popolare: dal politico nazionalista, orgoglio del Paese, Stepan Bandera, al giovane comandante Dmytro Kotsyubailo, il volontario «Da Vinci», ucciso a inizio marzo a Bakhmut a 27 anni e insignito della medaglia da Zelensky, sono questi i nuovi valorosi uomini che compariranno nel pantheon della patria. Il vicesindaco Volodymyr Bondarenko spiega che significato ha questo processo di stravolgimento della toponomastica della capitale, che coinvolgerà alla fine quasi 300 strade, vicoli, viali e piazze, con nomi che ricordano l’Unione Sovietica e il passato imperiale. «Per decenni, il Cremlino ha cercato di imporre la sua superiorità agli ucraini, e questo si rifletteva chiaramente nei nomi dei luoghi cittadini. La Russia ha apertamente distorto gli eventi storici e distrutto la cultura ucraina. E durante una guerra su vasta scala, tutti se ne sono resi conto chiaramente. Da un anno le autorità cittadine, insieme al pubblico, stanno conducendo un processo di de-russificazione su larga scala. Abbiamo i nostri poeti, filosofi, scienziati, personaggi pubblici ed eroi, che in diversi periodi hanno lavorato per il bene e hanno protetto la nostra città e il Paese in generale». In sospeso resta ancora il Conservatorio Caikovskij: il Consiglio accademico, a giugno scorso, si è opposto alla rivoluzione. Una battaglia culturale, quella della cancel culture, dalla quale sarà molto difficile riemergere.