la Repubblica, 27 marzo 2023
I 25 anni del viagra
Esattamente 25 anni fa, il 27 marzo del 1998, la Food and Drug Administration riconosceva il Viagra della Pfizer come la prima terapia medica orale per il trattamento della disfunzione erettile. L’anno successivo usciva Matrix, degli allora fratelli Andy e Larry Wachowski.
Pillola blu o pillola rossa, chiede Laurence Fishburne a Neo. «Pillola blu, fine della storia, domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie e vedrai quant’è profonda la tana del Bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordatelo». Neo sceglie la pillola rossa e scivola rapido nell’ignoto, nell’incomprensibile, nel meraviglioso.
Noi, tutti noi, abbiamo scelto invece la pillola blu. Tranquillità, fine delle ossessioni, possibilità di svegliarci in camera nostra senza il ricordo spiacevole delle mosce prestazioni della notte precedente. Il Viagra ha dato a tutti la possibilità di sentirsi sicuri, di allontanare quella che un tempo chiamavamo l’ansia da prestazione. Ma ha guarito i veri malati, e insieme trattato da malati i sani, obietta qualcuno. È vero, ma poco importa.
Meglio non rischiare. Se volevamo rischiare prendevamo la pillola rossa e finivamo nelle spire del sesso a sorpresa, scombinato, abborracciato al quale eravamo abituati.
Che in alcuni casi portava nella tana del Bianconiglio, in altri semplicemente a guardarsi negli occhi sconfortati, a girarsi di schiena e dormire, anche a mandarsi a quel paese.
Per prima cosa quindi, in occasione di questo storico compleanno, un grazie al Viagra da tutti noi, donne e uomini, che abbiamo usufruito di una vispezza inedita ma soprattutto ci siamo risparmiati l’ansia che precedeva il sesso. Grazie al Viagra per il sesso occasionale, tradizionalmente più ansiogeno e grazie al Viagra per il sesso matrimoniale tradizionalmente scomparso. Con la pillola blu pure la moglie è tornata a essere desiderabile, pure il marito un maschio funzionante. Sì, ma il Bianconiglio? Questa nostraincontenibile passione per la pillola blu pone una questione importante: se tutto è fluido, se il sesso biologico è una categoria superata sostituta dall’identità di genere, se l’eterosessualità è ormai uno stereotipo, per quale ragione siamo così ossessionati dall’erezione? Persino i fratelli Wachowski nel frattempo sono diventati le sorelle Lana e LillyWachowski, e noi siamo ancora qui, inchiodati a una sessualità primitiva, alla penetrazione a tutti i costi, all’ostensione del membro in tutta la sua chimica vitalità. Lo voglio dire ancora perché non ci siano equivoci: grazie al Viagra per chi ne aveva bisogno. Ma gli altri? I giovani, gli esuberanti, quelli ancora capaci di trasformare il desiderio nella corsa del sangue verso il corpo cavernoso?
Ma soprattutto, dove sono quelli che col sesso giocano, si divertono, fanno mille cose diverse se due italiani su mille prendono ogni giorno il Viagra? Cioè almeno la metà della popolazione maschile sessualmente attiva, a occhio e croce. Non sarà che tutti noi facciamo gli evoluti a chiacchiere ma quando è il momento torniamo a essere maschietti e femminucce, attivi e passivi, altrimenti ci viene il panico? Viva il Viagra, lo ridico, ma anche no. Se non si tratta di procreazione – escludiamo quindi adesso chi prende il Viagra per mettere incinta la moglie – il sesso può essere molte cose e non tutte prevedono l’erezione.
Oltre al fatto che, passando per le altre cose, si finisce spesso per ottenere anche quella, anche senza pillola blu. Ma per questo, per questo sesso altrettanto e meno performativo, serva la pillola rossa. Serve cioè una disponibilità all’ignoto, all’incomprensibile, persino al meraviglioso. Serve immaginare. Ma noi, tutti noi, abbiamo preferito cercare di ottenere il risultato senza divagare. Stiamo facendo battaglie inutili se i ragazzini pensano che per fare sesso serva una medicina che li aiuti a non pensare al desiderio, a non preoccuparsene. Perché il desiderio invece è una delle pochissime cose nella vita di cui valga la pena preoccuparsi. Toccandosi, parlando, inventando cose, arrabbiandosi e facendo pace. Seguendo allegramente il Bianconiglio, senza paura, fin dentro qualsiasi tana ci stia portando.