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 2023  marzo 25 Sabato calendario

La Costituente on line

Se nelle radici si può trovare il senso del futuro c’è la proposta di uno dei nostri padri costituenti, Costantino Mortati eletto nel 1946 con la Dc, che potrebbe tornare d’attualità. Il grande giurista rifiutò la proposta del Partito d’Azione di una forma di governo presidenziale per suggerire un’opzione intermedia tra quella parlamentare e quella direttoriale, ipotizzando un governo che, dopo la fiducia, non potesse essere messo in crisi per almeno due anni.In caso di conflitto non risolto tra esecutivo e Parlamento, il presidente della Repubblica avrebbe deciso se revocare il governo o sciogliere le Camere. Inoltre, il capo dello Stato sarebbe stato eletto da un collegio elettorale speciale, formato dai rappresentanti degli interessi organizzati.La proposte di Mortati non fu accettata. Le logiche politiche che condussero all’approvazione della Costituzione erano incapaci di favorire quel «compromesso efficiente» che egli aveva auspicato. Il risultato non fu solo, come sostenne un altro grande giurista e costituente eletto col Partito d’Azione, Piero Calamandrei, una rivoluzione futura in cambio di una stabilizzazione presente, ma una forma di governo caratterizzata dalla paura del tiranno. Così istituzioni deboli e garantiste, nell’ambito di una Costituzione pluralista e avanzata negli obiettivi, si trovarono congelate dalla contrapposizione interna e internazionale del secondo dopoguerra.Le discussioni tra i 556 membri dell’Assemblea costituente, tra cui 21 donne come Nilde Iotti, Lina Merlin e Teresa Noce, saranno presto facilmente consultabili sul portale web Come nasce la Costituzione realizzato dall’editore Giappichelli con il supporto di Intesa Sanpaolo e a cura di Giuseppe Valditara, docente di Diritto romano all’Università di Torino e ora ministro dell’Istruzione, ed Elisabetta Lamarque, costituzionalista dell’Università Bicocca di Milano. Come ha spiegato ieri alla presentazione nel grattacielo torinese della banca durante Biennale Democrazia la responsabile del progetto editoriale, Mirella Panatero, si tratta di otto tomi pubblicati dalla Camera nel 1970, 621 documenti e 12mila pagine che verranno resi pubblici online gratuitamente in formato Word da stampare, scaricare, ricercare e fare copia in colla. Ricorda la curatrice Lamarque: «I primi cinque volumi contengono le discussioni dell’Assemblea, mentre gli ultimi tre i resoconti della Commissione per la Costituzione, detta anche dei 75, che ha preparato i lavori individuando i punti sui quali forze politiche così lontane trovarono una reale convergenza». A tal proposito, nel video di presentazione si nota il liberale Benedetto Croce scherzare con il comunista Palmiro Togliatti, mentre la voce fuori campo racconta: «Caratteri combattivi e fieramente di parte, divisi fra loro da credo politico, fede religiosa, visione del mondo, ma uniti per un breve tempo eccezionale nella ricerca della formula esatta della nuova patria, di un patto di lunga durata per la vita futura».Sul sito sarà possibile anche il confronto tra il testo discusso in Assemblea e la formulazione definitiva in Costituzione. Panatero rivela la «rilettura integrale necessaria per il progetto di documenti all’epoca stenografati, pieni di refusi e di espressioni vetuste». Si tratta insomma di una vera traduzione della genesi di quella che il presidente della Repubblica Mattarella ha definito durante il discorso di fine anno «la nostra bussola».E i destinatari dell’operazione «sono soprattutto i giovani – chiarisce il presidente di Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros-Pietro -. La digitalizzazione degli atti della Costituente si rivolge agli storici, ai giuristi, ai politici, ma in particolare ai ragazzi». Mentre il direttore Affari istituzionali Jacques Moscianese, oltre a ricordare il costituente eletto con la Dc Stefano Bazoli, padre di Giovanni Bazoli, presidente emerito di Intesa Sanpaolo, aggiunge che «il nostro interesse sta anche nella consapevolezza che la banca è uno dei principali attori a cui è delegata la corretta applicazione dell’articolo 47 sulla tutela del risparmio»