la Repubblica, 25 marzo 2023
Intervista a Pecco Bagnaia
— Il volto tirato, la barba rada. Pecco Bagnaia, campione del mondo in carica, non è mai sembrato così magro come in questi giorni. Appena glielo fai notare, i genitori e la sorella Carola – seduti a tavola accanto a lui, nell’hospitality Ducati – lo guardano un po’ sorpresi e preoccupati. È solo un attimo, il pilota risponde con un sorriso rassicurante. «Il mio peso è lo stesso di sempre. Ricomincia il motomondiale: devo essere in forma. Magari sono cresciuto ancora un po’, a ventisei anni. Di sicuro non sono teso. Anzi».
Nel 2022, prima stagione dopo l’addio di Rossi, suo mentore all’Academy di Tavullia, lei ha vinto il titolo di MotoGP. Un esemplare passaggio di consegne. E ora?
«Qualche giorno fa Valentino mi ha preso da parte, mi ha ricordato due cose. La prima è che vincere un titolo è difficile, ma ripetersi l’anno dopo lo è molto di più. Ci sono riusciti solo lui e Marquez. La seconda è che devo restare tranquillo, lavorare sodo: con metodo, umiltà, attenzione. Sono fiducioso. Determinato».
Dunque, si può fare.
«Sono reduce dal periodo forse più bello della mia vita. Domizia ha accettato la mia proposta di matrimonio. E poi il Natale in famiglia, in casa a cucinare con la nonna. La felicità delle cose semplici. Solo nelle ultime settimane ho realizzato l’inizio di un cambio importante: sono il campione in carica, sulla carena c’è un numero uno che significa tutto. Però non sento pressione.
L’importante sarà continuare nel box col nostro progetto. Senza perdere la serenità».
Ispirandosi al Doc. Ma non soltanto.
«In questo momento mi piace pensare a Federer e Hamilton: pulito e senza fretta come Roger, efficace e in controllo come Lewis. Imbattibile nelle giornate buone, in grado di fare punti in quelle cattive».
Sì, ma con la novità delle sprint race rischiano di saltare tutti gli equilibri del passato: il sabato si corre una ‘mezza’ gara, con circa metà dei punti in palio e l’ombra della corrida.
«Ci vorrà più testa che polso. Le sprint race rappresentano una opportunità per tutti: di fare punti importanti, di vincere, di sfidare i favoriti. Ogni pilota cercherà di stare davanti, le gomme morbide e le distanze più brevi cancelleranno le differenze. Più spettacolo. E rischi. Vietato sbagliare. La verità è che nessuno sa davvero in che storia ci stiamo andando a mettere. I gp non saranno 21 ma 42, alla fine, fisicamente bisogna essere al top: però l’aspetto mentale sarà decisivo. Potrebbero essere avvantaggiati i piloti più esperti: penso a Marc Marquez, ad Aleix Espargaró».
Il Cannibale dopo le libere di ieri è rimasto fuori dai primi 10.
«Marc nei test ha provato molte cose e avrà valutato le soluzioni migliori: sarà pronto, ci scommetto. Ha scritto la storia di questo sport e vuole continuare a farlo, ha tanto orgoglio e un’azienda straordinaria alle spalle».
Quartararo voleva una Yamaha più potente: l’hanno accontentato.
«Fabio è un talento pazzesco, nei test ha fatto grandi passi avanti el’ho visto molto veloce anche nella simulazione della sprint race.
L’esperienza dell’anno passato l’avrà reso più forte e determinato: con lui sarà davvero un’altra lottaall’ultima corsa».
Bastianini, il suo nuovo compagno di squadra nella Ducati ufficiale, sarà il suo primo avversario.
«Enea è forte, mi piace la sua determinazione. Ci conosciamo da quando eravamo bimbi: sarebbe stupido farci i dispetti, una inutile perdita di energia.
Anche lui mi indica come grande favorito, ma naturalmente non vede l’ora di togliermi quel numero uno. Come le Aprilia, che saranno molto competitive».
E quel magrolino di Pecco?
«Nella prima giornata di prove libere ho fatto un salvataggio incredibile, ne sono fiero. E a quel punto mi sono fermato, ho cambiato la gomma dietro e ho subito riprovato».
Metodo, umiltà, attenzione. E serenità.
«Questa Ducati è migliore di quella del 2022. Sì, confesso: penso di poter vincere. Ma non fatemelo dire: è la mia sola scaramanzia, non mi va di pronunciare frasi che possono portarmi male poi in futuro. Di sicuro mi piacerebbe giocarmi il titolo con uno dei ragazzi dell’Academy: Bezzecchi, Marini, Morbidelli. Sono sicuro che Valentino ne sarebbe totalmente orgoglioso».