la Repubblica, 24 marzo 2023
Tuppersex, i nuovi club per signora che vogliono essere sempre aggiornate sugli ultimi sextoys
C’erano una volta i rappresentanti della Tupperware che presentavano i loro prodotti a un gruppo di casalinghe riunite per l’occasione. O quelli della Folletto. In tempi più recenti, è esplosa la moda dei cosmetici. Ora, sarà che le donne hanno cambiato interessi, nella valigetta del commerciante porta a porta ci sono piume, profumi ai feromoni, frustini e vibratori. Un fenomeno di tendenza negli Stati Uniti che, in omaggio al fortunato antenato, si chiama Tuppersex.
Mercoledì sera, ore 19.30, bell’appartamento ai Parioli, quartiere chic della capitale. La prima ad arrivare è Tiziana, titolare di ZouZou, boutique erotica vicino a piazza Navona. Sul tavolo da caffè del salotto ci sono panini e pizzette per l’aperitivo, che lei sposta per allestire il suo angoletto.
Nel frattempo iniziano ad arrivare le invitate. Hanno età varie, dai 35 ai 55 anni. Alcune si conoscono per la prima volta, portate da un’amica. Molte hanno figli, alcune sono single, altre divorziate, qualcuna ha chiuso col sesso. C’è l’esperta di comunicazione, l’agente cinematografica, la sceneggiatrice. Ci sono due medici, una professoressa universitaria, una regista e un’avvocata. Sono undici in tutto. Tutte sanno di che cosa si parlerà, ma nessuna ha mai partecipato a nulla di simile. E così, mentre bevono un bicchiere di vino, si chiedono come sarà. Chissà. Alle otto madame Zouzou, alias Tiziana, inizia.
«Questa sarà una serata per parlare di piacere. Un piacere che declineremo attraverso i sensi». E per aprire le danze passa di mano in mano due tipologie di profumo ai feromoni. Le donne provano, annusano. Fanno domande su composizione e proprietà. Dalla fragranza si passa alla candela per massaggio, assoluto bestseller. Una di loro si fa bendare e Tiziana le massaggia l’olio sull’avambraccio spiegando che «se si inibisce un senso, gli altri diventano più sensibili». Tutte provano e chiedono come utilizzarla, quando e perché. La verità è che non ci sono istruzioni per l’uso, ma solo creatività. Lo stesso dicasi per piumino e frustino. Prima la carezza, poi il colpo. Un gioco che rompe il ghiaccio, fa sorridere, diverte.
Madame capisce che questa parte, quella che lei, nel suo menu “ZouZou à la carte”, ha pensato come antipasto, piace molto. E così fa provare vari frustini, indugia nelle spiegazioni. Tutte le porgono braccia, gambe, qualcuna anche le natiche. Poi arrivano i balsami per le labbra da abbinare alle mentine, perché «la sensazione antitetica tra caldo e freddo piace sempre. Anche ai partner». L’intera serata è pensata come qualcosa da fare in coppia, più che da soli.
Discorso che vale per la portata principale della “carte”: i vibratori. Madame ne ha portati diversi. Ci sono un aspira clitoride color carne, un classico “Gigi” rosso, un “Rabbit” che può stimolare più punti e ce n’è anche uno con il telecomando che si può, appunto, governare da lontano (il preferito da chi ha una relazione a distanza o clandestina).
Gli aggeggi passano di mano in mano. Ormai le donne hanno mollato i freni inibitori e la serata inizia a trasformarsi più in una seduta collettiva sulle abitudini intime. Ma anche sull’amore, sulla solitudine, sull’esistenza. Le due più giovani, sui 35, sono le più disinibite. Una racconta di avere giù un vibratore e di averlo usato spesso, anche con i partner. Chiede chi altro lo abbia fatto. Si discute a lungo del piacere femminile, di clitoride e punto G. E anche qui ci si confronta. Gli uomini entrano, chiaramente, nella conversazione: «La verità – dice una – è che questa serata dovresti farla per i maschi più che per noi». Tiziana risponde che lei non avrebbe problemi ma che non le è stato mai chiesto perché le donne sono più curiose, sanno ascoltare meglio. E sanno mettersi in discussione. «Come sta accadendo stasera». Una di loro racconta di aver rinunciato al sesso da un anno dopo una storia fallimentare. E di aver iniziato a pensare all’autoerotismo: «Quasi quasi mi metto con Gigi», scherza con riferimento al vibratore.
Quelli che nel suo menu sarebbero i “dessert”, collari, cosmetici per la vagina e attrezzi per la ginnastica del pavimento pelvico, Madame Zouzou non riuscirà mai a presentarli perché le sue clienti sono troppo prese dalla discussione. Ormai chiacchierano, si confrontano senza paura né imbarazzi. Si accenna alla menopausa e ai problemi di quell’età, ai matrimoni lunghi da ravvivare e ai cali di desiderio. Si parla di orgasmi veri e finti.
Alle undici di sera, la professoressa universitaria si alza: «Devo tornare dalle mie bambine e lasciar andare a casa la baby sitter». Madame inizia a impacchettare. Tante comprano le candele e i profumi ai feromoni, glientry level,si potrebbe dire. Una si concede un piumino con frustino. Qualcun’altra promette che passerà in negozio. Lei saluta e se ne va. Le donne no, loro rimangono ancora a parlare. Di eros. Di amore. Di vita.