la Repubblica, 24 marzo 2023
Gli stipendi d’oro di Palazzo Chigi
Sono gli ottanta uomini e donne d’oro di Palazzo Chigi. Sono loro che tengono le redini degli staff e della macchina del governo di centrodestra. E tra questi ci sono storici collaboratori dei politici oggi al comando, ma anche ex deputati rimasti senza poltrona e che quindi hanno rimediato qualcosa, spesso gli stipendi sono di non poco conto. Per alcuni invece si fermano a 25 mila euro. Alcuni danno una mano a titolo gratuito. Tutti arruolati negli uffici di diretta collaborazione della presidente Giorgia Meloni, dei vicepresidenti Antonio Tajani e Matteo Salvini e dei sottosegretari alla Presidenza del consiglio Giovambattista Fazzolari e Alfredo Mantovano. È il dorato mondo della Presidenza del Consiglio, in un’istantanea scattata dalla tabella resa pubblica dal sito dello stesso governo. Incarichi e compensi in parte in linea con gli esecutivi precedenti, importanti tuttavia per comprenderechi ha accesso alla stanza dei bottoni e a che titolo nell’era della destra al potere.
Lo staff di Meloni
La presidente del Consiglio nella sua squadra ha voluto con sé due sue storiche assistenti: Patrizia Scurti, capo della segreteria particolare con stipendio da 180 mila euro lordi all’anno, e Giovanna Ianniello come «coordinatrice eventi di comunicazione» e stipendio da 160 mila euro. A proposito di comunicazione, non è stato ancora pubblicato il decreto con lo stipendio del neo capo ufficio stampa, l’ex direttore dell’Agi Mario Sechi. Ci sono però i nomi e i compensi degli altri addetti «all’ufficio stampa e relazione con i media» di Palazzo Chigi. A partire da Fabrizio Alfano, giornalista dell’Agi e già portavoce di Gianfranco Fini presidente della Camera: per lui compenso da 120 mila euro lordi all’anno come vice di Sechi. Nell’ufficio comunicazione anche Alberto Danese, compenso da 20 mila euro come «esperto internet e social media», già autore dellaVoce del patriota. Nella squadra c’è poi il guru del web di Meloni, che ha lavorato per la Casaleggio associati: Tommaso Longobardi, con stipendio da 80 mila euro lordi all’anno. Il coordinatore del settore amministrativo della comunicazione è Carmelo Dragotta, compenso da 75 mila euro, Stefania Gallo con la qualifica di esperta e compenso da 50 mila euro. Il capo di gabinetto è Gaetano Caputi, con un passato al ministero dell’Economia e alla Consob, e stipendio da 221 mila euro.
La squadra del vice Tajani
Il vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani, per la sua squadra a Palazzo Chigi che si aggiunge allo staff al ministero degli Esteri, ha fatto scelte, diciamo così, più pop. Oltre a piazzare compagni di partito non candidati nelle liste di Forza Italia o trombati alle ultime elezioni Politiche. Tra i consulenti ed esperti a titolo gratuito per «le tematiche afferenti al settore della cultura» ha nominato il regista Pupi Avati. Come «consigliere per lapolitica economica e imprenditoriale» ha scelto l’ex deputato Sestino Giacomoni, compenso da 50 mila euro, e l’ex calciatore del Milan, ed ex deputato, Giuseppe Incocciati come «consigliere per le tematiche giovanili e sportive»: per lui un obolo da 30 mila euro all’anno. Come «esperta», ma senza specificare bene in che materia, Tajani ha poi indicato l’ex consigliera della Valle d’Aosta Emily Rini, compenso da 30 mila euro, e sempre come «esperto» anche il sacerdote della Congregazione della missione di San Vincenzo de’ Paoli, Matteo Tagliaferri: anche lui con stipendio da 30 mila euro. Tajani nel suo staff ha chiamato anche l’ex comandante della Guardia di Finanza, il generale Giorgio Toschi (a titolo gratuito) e il docente dell’Università di Roma “Foro Italico”, Carmine De Angelis, come «consiglie re per le politiche degli enti locali».
Salvini e i leghistiUna delle squadre più corpose a Palazzo Chigi è quella del vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini: per lui uno staff composto da quindici persone. Tra queste, l’ex deputato Armando Siri con un compenso da 120 mila euro all’anno come «consigliere per le politiche economiche, del credito e dello sviluppo sostenibile»: l’ex sottosegretario è stato coinvolto in una indagine per corruzione a Roma. Un altro ex deputato leghista e attualmente vicesindaco del Comune di Chiuduno in provincia di Bergamo, Stefano Locatelli, è stato invece nominato come «consigliere per i rapporti con le autonomie», con compenso sempre di 120 mila euro all’anno. Come capo di gabinetto Salvini ha indicato Paolo Grasso, avvocato dello Stato, e come esperto giuridico il consigliere della Corte dei conti Pierpaolo Grasso. Tra gli esperti anche un suo storico portavoce, Matteo Pandini, con compenso da 60 mila euro: nell’ufficio comunicazione del leader della Lega anche Alessandro Pansera e Agostino Pecoraro, 40 mila euro ciascuno, già nel team dell’ex super esperto della comunicazione Luca Morisi.
Gli esperti dei sottosegretari
Tra gli uomini che contano a Palazzo Chigi c’è poi una pletora di consiglieri diplomatici, ben 24, a partire da Francesco Maria Talò: ex console a New York e rappresentante di Bruxelles alla Nato, ha in mano i dossier più delicati, Ucraina e futuro dell’alleanza Atlantica. Seguono quindi gli staff dei due sottosegretari alla Presidenza, Mantovano e Fazzolari. Il primo come consigliere giuridico ha indicato il professore dell’Università di Genova Francesco Farri, compenso da 80 mila euro, e come capo di gabinetto il consigliere parlamentare della Camera Nicola Guerzoni. A guidare la sua segreteria tecnica il viceprefetto Fabrizio Izzo. Il collega Fazzolari come segretari particolari ha scelto Camilla Trombetti, compenso da 60 mila euro, già consulente di FdI, ed Emilio Scalfarotto, dirigente di FdI a Fiumicino: 85 mila euro l’anno.