Corriere della Sera, 24 marzo 2023
Sergio Tacconi si sta riprendendo
Lei arriva e gli chiede: «Sei contenta di vedermi?». E lui secco: «Per niente». Ma ha il sorriso sulle labbra Stefano Tacconi quando risponde alla moglie Laura. Stanno insieme da trent’anni, l’ex calciatore e l’ex modella, si sono sposati nel 2011, belli e raggianti in un matrimonio ripreso in televisione dalla Vita in diretta. Quattro figli, il più grande Andrea conferma: «È il loro modo di stare insieme, si sono sempre scontrati per gioco. Ma si amano tantissimo». Laura, Andrea e gli altri tre fratelli (Virginia, Alberto e Vittoria), come hanno testimoniato i medici, sono stati determinanti nel recupero dell’ex portiere di Juventus e Nazionale. A 11 mesi dal malore, da quel 22 aprile dell’anno scorso in cui perse i sensi per un’emorragia cerebrale da rottura di aneurisma, mercoledì ha lasciato Alessandria ed è stato trasferito in un centro di riabilitazione a Milano, vicino casa. Un altro passaggio decisivo verso un recupero che si spera completo. «Il suo percorso è stato sorprendente – ha spiegato Luca Perrero, il direttore di Neuroriabilitazione dell’Ospedale di Alessandria —, con un progressivo miglioramento dal punto di vista motorio, respiratorio e cognitivo».Ieri, quando i suoi sono andati a trovarlo, li ha rassicurati: «Vedrete che tornerò più forte di prima». È consapevole di quello che è successo e dei passi avanti fatti in questi lunghi mesi: «Mi sento fortunato, sono stato a un passo dalla morte. Ma io sono abituato a vincere».
La determinazione non gli è mai mancata tra i pali e anche dopo quando ha smesso di giocare e ha avviato una serie di attività nel settore enogastronomico. «Sicuramente la tenacia, l’impegno, l’umore e la notevole prestanza fisica hanno facilitato il recupero» hanno attestato i medici di Alessandria. «Ogni mattina legge dai tre ai quattro giornali. Cerca di tenersi informato su tutto come ha sempre fatto anche quando stava bene – racconta il figlio Andrea —. Mi chiede soprattutto notizie sulla Juventus, se ci ridanno i 15 punti di penalizzazione».
Ha seguito in televisione tutte le partite del mondiale in Qatar. E poi c’è la passione per la cucina, mai venuta meno dopo il diploma all’Alberghiero. «In ospedale l’hanno anche fatto scendere in cucina per fargli riprendere l’abitudine. Ha cucinato un po’ di carne e una pasta. Se dipendesse da lui starebbe dietro ai fornelli sempre» conferma Andrea.
Mi sento fortunato perché sono stato a un passo dalla morte
Io però sono abituato
a vincere
La riabilitazione è ancora lunga, si muove con un deambulatore o ha bisogno del sostegno di qualcuno. «Aveva perso 25 chili, adesso ne sta recuperando 2 0 3 al mese – aggiunge il figlio —. Ha ripreso ad avere un buon appetito e mangiando diventa sempre più forte. È ancora un po’ confuso, anche se è migliorato tantissimo rispetto solo a pochi mesi fa. Ha qualche problema con la memoria a breve, a volte dimentica le ultime cose, ma gli episodi del passato li ricorda con una facilità pazzesca».
Il pallone ha avuto la sua importanza anche in questo suo ritorno alla vita. «È stato uno degli esercizi fondamentali, glielo lanciano e lui lo afferra subito». Inutile dire che se la cava piuttosto bene.
«Sicuramente è un po’ stanco di stare in ospedale – aggiunge Andrea —. Vorrebbe tornare a casa, in quei momenti si butta un po’ giù ma ci siamo noi a risollevargli il morale. A volte quando arriviamo lo troviamo che si è preparato la valigia, ma poi capisce che deve pazientare ancora. Avrebbe voglia di andare in vacanza, soprattutto al mare. Ovviamente con tutta la famiglia».
Che quotidianamente non fa mancare il suo sostegno. La moglie Laura ha confessato ai figli: «Quando papà starà bene vorrei sposarlo un’altra volta». Ma a lui ancora non gliel’ha detto.