la Repubblica, 23 marzo 2023
Last generation, gli attiviste della vernice che vorrebbero fondare un partito?
BERLINO – I “Last generation” fonderanno un partito? La tedesca Welt ha reso noti i contenuti di una riunione tra alcuni esponenti di spicco degli ambientalisti-guerrieri impegnati da mesi in azioni spettacolari per conquistare le prime pagine e mantenere l’attenzione alta sui disastrosi effetti dei cambiamenti climatici. Non si sa se all’incontro zoom abbia partecipato anche l’attivista che ha fatto inferocire il sindaco di Firenze Nardella, costretto a braccarlo al grido di «che c.. fai» per scongiurare l’imbrattamento di Palazzo Vecchio. Ma alla discussione a porte chiuse rivelata dal quotidiano tedesco hanno partecipato una ventina di esponenti internazionali, tra cui alcuni attivisti italiani di “Ultima generazione”.
All’incontro sono intervenute, tra gli altri, la trentaquattrenne Caris Connell di “Letzte Generation”, assurta alle cronache a ottobre peressersi incollata a un dinosauro nel Museo di scienze naturali di Berlino. E la sua connazionale Maike Gunst, 22 anni, diventata famosa per un’azione simile nella Pinacoteca di Dresda, immortalata mentre si attaccava alla cornice di un quadro di Raffaello.
L’appuntamento era stato convocato per discutere gli aspetti finanziari della mobilitazione internazionale, e a sorpresa la tedesca Connell ha rivelato che «stiamo pensando a fondare un partito politico». Non si chiamerà “Letzte Generation”, ha puntualizzato, «ma qualcos’altro». E la riflessione, secondo l’attivista tedesca, sarebbe scaturita proprio dalle leggi generose in Germania sul finanziamento dei partiti. Gli attivisti sperano di riuscire a rendere più semplici le donazioni.
Nell’ultimo rapporto finanziario, l’ala tedesca del movimento ha dichiarato pubblicamente di aver ricevuto 900mila euro da donazioni dirette e attraverso il crowdfunding. “Letzte Generation” può contare anche su un contributo non meglio specificato della fondazione californiana “Climate Energy Fund”. Quasi un milione di euro sono una cifra considerevole nel confronto internazionale. E durante la riunione zoom, le due attiviste tedesche hanno informato i colleghi che «più monta la repressione da parte dello Stato, più aumenta la disponibilità a donare soldi».
Dopo che la notizia è rimbalzata sui siti tedeschi, “Letzte Generation” ha diffuso un comunicato in cui ha precisato che «al momento non ci sono piani concreti per fondare un partito». Ma ha aggiunto che «se qualcuno decidesse di farlo, se qualcuno nel nostro ambiente dovesse creare un partito con il quale poter collaborare in alcuni casi, non sarebbe la prima volta». Il “vantaggio” di un’operazione del genere, ammettono gli ambientalisti, sarebbe quello di avere rango costituzionale, di essere più protetti. «Per alcuni aspetti del nostro lavoro ci sembrerebbe giusto non essere svantaggiati rispetto a un partito». Il punto è anche che nell’intreccio sempre più complicato di organizzazioni che sostengono il movimento cresce l’esigenza di proteggerlo da sequestri e congelamenti dei conti. Secondo Welt gli attivisti avrebbero spiegato durante l’incontro virtuale che starebbero riflettendo «su quali organizzazioni legali creare per rendere più complesso un congelamento dei conti correnti».
Un altro tema importante sollevato dagli ambientalisti è quello della sicurezza. Nel dibattito, non scevro da isteria, sulle azioni pacifiche dei “Last Generation” non sono mancate le richieste di alcuni politici conservatori tedeschi (e non solo) di considerare i loro sostenitori dei criminali. E a Neuruppin, in Brandeburgo, la procura ha perquisito a dicembre gli appartamenti di alcuni membri del movimento, convinta che stiano cercando di costruire una rete illegale. A quanto pare puntano molto più banalmentea un partito.