Corriere della Sera, 23 marzo 2023
Intervista a Pecco Bagnaia
Con il numero uno sulla Ducati, Pecco Bagnaia parte questo fine settimana per difendere il titolo. In Portogallo, sul circuito di Portimao, nella gara inaugurale della MotoGp. Nella stagione più lunga di sempre.
Negli ultimi anni pochi campioni hanno usato quel numero, forse perché pesa troppo?
«Dovrebbe essere normale invece. A livello di pressione crea aspettative, perché devi dimostrare di essere ancora il numero uno. Ma è una pressione positiva. Io sono pronto».
Come è cambiata la vita da campione? Per lei che è riservato magari era meglio prima, poteva girare tranquillo...
«Macché, è molto meglio ora. Ricevo tanti complimenti, sento molta più amicizia. E si trasforma in passione».
La Ducati può ancora migliorare?
«La nuova moto è partita benissimo, funziona già meglio della vecchia. È più “fisica”, la chiedevo da un po’ e ci siamo arrivati. Ma c’è ancora margine, però noi siamo più pronti di altri avversari».
Secondo Marquez la Ducati ha dato una lezione a tutti. Per il bis dovrà difendersi soltanto da altri ducatisti?
«Ciò che ha cambiato la Ducati è stata anche la strategia sui piloti: prendere giovani. E ora questi giovani sono fra i più forti in pista».
Per fare un grande campione serve anche un grande rivale, chi può essere il suo?
«Non ce n’è uno solo. Quartararo, Bastianini, Marquez. Sono i più forti, insieme a me».
In tanti anni vicino a Valentino Rossi che cosa ha imparato?
«Il metodo. L’atteggiamento mentale, la fame di risultati. La tranquillità durante un fine settimana di gara che prima non avevo. Vale è sempre lucido».
Matrimonio
Avrei voluto sposare Domizia a luglio, ma si sposava già Luca Marini: abbiamo rimandato
Con Bastianini come va? Si alza l’asticella della sfida?
«Bene, ci conosciamo da molto tempo. Credo che lui non sia mai stato abituato ad avere un rapporto in cui ci si aiuta tanto nel box. Io invece lo trovo fondamentale. Abbiamo fatto passi avanti e abbiamo lavorato bene nei test. Continueremo e se saremo davanti anche in gara, vorrà dire che il nostro dovere lo abbiamo fatto».
Fidanzato da sempre con Domizia. Si sente pronto a mettere su famiglia?
«Sono pronto per sposarmi, non ancora per diventare papà. Abbiamo ancora tanto tempo, ci vogliamo bene e lo sappiamo. Avremmo voluto sposarci quest’estate, a luglio: ma c’è già il matrimonio di Luca Marini e abbiamo dovuto rimandare di un anno. Faremo tutto con calma».
È vero che alla festa per il Mondiale a Valencia si stava addormentando?
«Sono andato via per primo. Non avevo mangiato dopo la gara di Valencia, per la tensione. Ero distrutto».
Come ha conosciuto Domizia?
«I nostri genitori si conoscono da sempre. Domizia è una grande amica di mia sorella, le vedevo uscire insieme e mi piaceva. Poi un anno sono venute a Pesaro in vacanza e ho trovato il coraggio di dirglielo...».
Che cosa si è regalato per il Mondiale? Una Ferrari?
«Una vacanza alle Maldive. Magari mi farò qualche altro regalo dopo...».
Che musica ascolta?
«Rock e hip-hop. E musica italiana: Battisti, Ligabue, Jovanotti, li sentiva sempre mio padre quando io ero bambino».
Desiderio
Vorrei tornare indietro nel tempo per sfidare Valentino: ma prenderei la paga
La MotoGp raddoppia le gare con 21 Sprint Race. Le hanno raddoppiato anche lo stipendio?
«No, ma va bene così. Prendo già abbastanza».
Se potesse viaggiare nel tempo per sfidare un campione del passato chi sfiderebbe?
«Valentino quando era al top, prenderei la paga di sicuro. Io sulla prima Ducati e lui sulla Yamaha».
Tanta aerodinamica, è una MotoGp che cambia. Quanto?
«La Ducati sviluppa ali dal 2010. Non capisco quei piloti che sostengono che le moto con le ali sono pericolose: invece aiutano a stabilizzare. Chi si lamenta adesso è perché è in difficoltà».
C’è qualcosa che la preoccupa in questa stagione?
«Il calendario lungo, bisogna essere molto costanti. Però sono pronto per 42 gare. Basta non sbagliare, come all’inizio del 2022».
Se non avesse fatto il pilota in quale altro sport le sarebbe piaciuto sfondare?
«Nel tennis. Prendo lezioni, seguo tutte le partite di Sinner quando posso».
Al ranch di Tavullia gli altri piloti la guardano in modo diverso da quando è campione?
«Il rapporto è lo stesso che avevo quando sono arrivato nel 2013. Battute, scherzi, risate: nessuno si offende. Ed è bello che sia così».
Interesse
Se non avessi fatto il pilota, mi sarebbe piaciuto diventare tennista, seguo i match di Sinner
Quando ha incontrato il presidente Mattarella che cosa vi siete detti?
«Ero molto emozionato quando ho fatto il mio discorso al Quirinale. Ma il presidente mi ha fatto sentire tranquillo, mi ha sorpreso molto questo suo aspetto. E soprattutto era interessatissimo alla moto: voleva sapere a che cosa servivano tutti i bottoni. È stato bello poterglieli spiegare uno a uno».
Si sente pronto ad aprire un ciclo: due-tre titoli di fila?
«Mi sto impegnando al 100% per riuscirci. Quindi ci proverò in tutti i modi».