Avvenire, 21 marzo 2023
Biografia di Magno Felice Ennodio
Figura non particolarmente nota, soprattutto fra i non specialisti, Magno Felice Ennodio occupa un posto di primo piano nella storia della cultura e della Chiesa tra V e VI secolo. Nativo di Arles, ove vide la luce intorno al 473 in una nobile famiglia gallo-romana, crebbe affidato alle cure di una zia che assai probabilmente risiedeva a Pavia, e proprio nella Chiesa pavese svolse alcuni rilevanti incarichi. Diventato diacono, fu al servizio della Chiesa milanese, fino a che, intorno al 513/515, venne consacrato vescovo di Pavia, dove, nel 521, concluse la sua esistenza terrena. Dotato di una notevole cultura, Ennodio fu assai stimato per le sue capacità oratorie e a lui è attribuito un vasto corpus di scritti, tra i quali spiccano alcuni testi a carattere didattico, ora proposti per la prima volta in italiano grazie alla traduzione di Giulia Marconi, che ha pure redatto l’ampia introduzione e le note del bel volume di Ennodio, Discorsi scolastici ed esercizi retorici (Città Nuova, pagine 209, euro 26). La studiosa concentra la sua attenzione sulle opere didattiche del Nostro, che fu in realtà autore fecondo di numerosi scritti: lettere (se ne conservano 297), opuscoli vari, discorsi, declamazioni e poesie. Alla curatrice interessa riconsiderare i materiali didattici ennodiani all’interno del contesto culturale e pedagogico del tempo in cui videro la luce. A tale proposito afferma: «Finora le dictiones ennodiane sono state analizzate e catalogate sulla base di considerazioni filologiche interne al corpus ed è mancato, invece, un confronto con i materiali didattici affini, ovvero un’analisi volta a comprendere l’uso, le funzioni e gli ambienti in cui circolavano i testi ennodiani alla luce dei risultati delle più recenti ricerche sulle pratiche e i testi scolastici e sulle strutture che ospitavano le attività educative in età tardo antica». A questo riguardo, molto significativi appaiono i “discorsi scolastici”, che vennero pronunciati da Ennodio in occasione di eventi importanti relativi all’attività dell’auditorium milanese presso il quale svolgeva il suo insegnamento il grammatico Deuterio. Tali discorsi sono accomunati dal fatto che riguardano dei giovani legati a vario titolo alla persona di Ennodio, giovani che egli si premurava di introdurre all’interno della scuola. Oltre a questi discorsi Ennodio elaborò alcuni esercizi retorici, sul modello della letteratura scolastica, che dovevano preparare gli studenti a scrivere vere e proprie declamazioni come prova conclusiva del loro percorso di studi.
La pubblicazione di questo libro rappresenta un ulteriore passo avanti nella conoscenza di una personalità che merita pienamente di essere studiata a fondo, secondo quanto ha sostenuto, tra gli altri, il filologo classico Siegmar Döpp: «Come testimone della cultura cristiana a cavallo tra V e VI secolo, l’autore ha da sempre riscosso grande attenzione; il suo stile spesso difficile, così come il gusto della sperimentazione che produce una stupefacente molteplicità di forme poetiche e prosaiche, iniziano a essere apprezzati in maniera appropriata solo dalla ricerca più recente»