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 2023  marzo 21 Martedì calendario

Intervista a Giovanni Terzi e Simona Ventura

Simona Ventura e Giovanni Terzi si tengono per mano sul divano della loro casa a Milano, in zona Rai. Forse lei è un po’ sulle spine, perché avrà pure i super poteri (non a caso la chiamano Super Simo), ma quando parlano di felicità lo fanno con il pudore di chi sa che non è scontata (ed è molto invidiata). Galeotto fu il famoso libro di Terzi: lui glielo regalò con dedica a una cena da amici nell’ottobre di cinque anni fa, lei il giorno dopo gli mandò un messaggio sul telefonino (che aveva chiesto a un’amica) dicendo che aveva cominciato a leggerlo e lo trovava intenso (non era vero, ma questo glielo confessò dopo). Terzi rispose: «Sei un tesoro». E lei: «Insomma. Dipende». Erano le 18.57: l’amore inespresso in un minuto.
Giovanni, com’è intervistare la propria compagna?
«È successo una volta su Libero e altre due in pubblico, a Levanto e a Rimini. Ero emozionato e lei, per mettermi a mio agio, disse che sudavo...»
Simona: «...come un cinghiale in riserva. Era una battuta!».
Quando vi sposate? Lo dite ogni anno...
Giovanni: «Avevamo definito le date tre volte. La prima, scoppiò il Covid. La seconda, ci fu la nuova ondata. L’anno scorso la guerra. Ora abbiamo definito una data nostra, per noi significativa, e la comunicheremo solo a ridosso».
Sarà a Milano?
Simona: «No, non qui».
I testimoni già scelti?
Giovanni: «Per me sarà il mio amico del cuore Marco Di Terlizzi, che ha fondato con il professor Alessandro Frigiola la fondazione Bambini cardiopatici nel mondo».
Simona: «Io ne parlo con Paola (Perego, ndr). Lei è forte dei 25 anni di rapporto con Lucio (Presta, ndr) e mi può dare dei consigli».
Chi è più geloso?
Simona: «Io non penso di esserlo. Ma se mi salta la mosca al naso allora lo divento».
Giovanni: «Io pure. Capisco dalle attenzioni che le riservano gli altri se c’è un interesse verso la donna meravigliosa che è».
Simona: «Diciamo che io magari faccio finta di niente».
Non siete gelosi nemmeno dei vostri ex?
Giovanni: «Ho un buon rapporto con tutti i suoi, sono persone simpatiche, e poi se Simona li ha amati un motivo ci sarà. Soltanto nei confronti di una persona non ho alcuna simpatia: chi le ha fatto male non può starmi simpatico».
Simona: «Io con l’ex moglie, Silvia, ho un ottimo rapporto, siamo molto amiche».
Lei, Simona, ha confessato di essersi riavvicinata ai suoi genitori e a sua sorella grazie a Giovanni. Possibile?
«Sì, è vero. Esiste un tipo di violenza che è psicologica ed è quella che ti fa terra bruciata intorno. Devo anche dire che ho sempre sognato una famiglia allargata e adesso ce l’ho grazie a Giovanni».
Tre figli per Simona (Niccolò, Giacomo e Caterina), due per Giovanni (Lodovico e Giulio), due cani: com’è stata l’integrazione?
Simona: «Quello tra i cani è l’unico innesto non riuscito: ha vinto il mio, Ugo, noto anche come The Killer Dog; Rocco lo abbiamo dovuto mandare in campagna. Quanto ai ragazzi, per loro è stato un po’ più difficile: i miei mi avevano vista soffrire ed erano preoccupati. Ma adesso siamo veramente felici: la nostra è una tribù dove nessuno rimane indietro; più che una casa, la nostra è una comune!».
Avete raccontato che vi siete salvati la vita a vicenda.
Giovanni: «Un mese prima di conoscere Simona è morta la mia prima moglie, la mamma di Lodovico. Arrivavo da dei fallimenti giganteschi. Io che sono astemio mi scolai a canna una bottiglia di vino. Mi sentii male e dissi: spero di non risvegliarmi. Poco dopo è arrivata lei».
Simona: «Io mi ero finalmente liberata da una relazione, ero tornata single ed erano rimaste le macerie. In quel momento è arrivato lui».
Litigate?
Giovanni: «Per cavolate».
Per esempio?
Simona: «Quando butta per terra le cose vicino al letto. Diciamo che è un po’ disordinato, mentre io sono la bella lavanderina».
E un pregio di Giovanni?
«È protettivo».
Giovanni: «E bello».
Simona: «Sì, anche bello».
Tocca a Giovanni: pregi e difetti di Simona?
«È un po’ permalosetta. Provi a farle una critica».
Non ci penso nemmeno.
«Mentre i suoi grandi pregi sono la generosità e la capacità di amare».
Simona ha detto che lei, Giovanni, è una quercia.
«E Simona è l’acqua che innaffia la quercia».
Avete appena presentato in Senato il sito sui diritti umani «The Globalistnews.it» e avete realizzato insieme i docufilm firmati da Simona: «Le 7 giornate di Bergamo» e «Marco inedito», sugli ultimi cento giorni di Marco Pannella.
Simona: «Giovanni è un uomo risolto, non è in competizione con me. Ha una soluzione per tutto».
Giovanni: «Del Globalistnews lei è editore e io direttore. Per me lavorare insieme significa averla ogni istante della mia vita vicino. Il 29 marzo saremo al Parlamento europeo a Bruxelles per proiettare Marco inedito davanti alla presidente Metsola».
I momenti più belli?
Giovanni: «Quelli tranquilli, quando siamo soli, in silenzio e facciamo cose semplici come guardare i tramonti».
Simona: «Uno molto felice è stato a Venezia, per Le 7 giornate di Bergamo».
Che regali vi fate?
Simona: «Utili. Ho molto apprezzato un Bimby, lui un computer».
Giovanni: «Ha preso una Vespa del 1962, che è di tutti e due. Ma i veri regali sono le attenzioni di tutti i giorni, come quando arriva a casa e mi porta 6 magliette di Cos».
Chi prepara il caffè la mattina?
Giovanni: «Io».
Qualche parola del vostro lessico famigliare?
Simona: «Patatino, patatina...».
Giovanni: «Adesso ho coniato Polpetta. O Papera, perché la mattina quando si sveglia è un leone e la sera una paperetta».
Per quale attività del passato del vostro partner provate più ammirazione?
Giovanni: «Quello che sintetizza il suo coraggio e talento è il Festival di Sanremo del 2004, perché era lei contro tutti, l’unico boicottato dalla discografia. A lei arrivano solo cose che deve costruire da zero».
Simona: «Avevo accettato perché sono quei treni che passano una volta. E comunque alla fine venne pure Celentano: la Rai fece una bella trattativa».
E lei Simona se guarda le cose fatte da Giovanni?
«Di sicuro la più importante è stata l’attività di assessore con Letizia Moratti sindaco di Milano. Quando usciamo se lo ricordano tutti».
Le nozze alle porte. Ma l’anello di fidanzamento c’è?
Giovanni: «Più di uno».
Come va la salute?
Giovanni: «Ho la dermatomiosite amiopatica. Ormai il 40 per cento dei miei polmoni è compromesso: i nostri sforzi sono per evitare che peggiori».
Insieme nella buona e nella cattiva sorte.
Simona: «Proprio così. Ho preso un rottame!»