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 2023  marzo 20 Lunedì calendario

Meloni risponde ad Augias

Gentile direttore, lo scorso 17 marzo, per celebrare L’Unità d’Italia, ho citato una frase del pensatore francese Ernest Renan, autore della più bella definizione di Nazioneche abbia letto.
«La Nazione», scrive Renan, «è una grande solidarietà, un plebiscito che si rinnova ogni giorno e che si fonda sulla dimensione dei sacrifici compiuti e di quelli che ancora siamo disposti a compiere insieme».
Accade che esponenti della sinistra, non sapendo chi sia Renan, si documentino su Wikipedia, e così vengo attaccata con la bizzarra accusa di aver citato «il teorico della razza ariana», dunque un autore sostanzialmente paranazista.
Qualcosa non torna. Perché quel presunto autore impresentabile, prima di me, è stato citato anche da molti altri, tra cui ad esempio Antonio Gramsci e Giovanni Spadolini, e considerato tra gli autori preferiti di François Mitterrand, non esattamente personalità di estrema destra.
Cosa è che non torna? Che la cultura è una cosa un tantino più complessa delle schede di Wikipedia, con rispetto parlando per uno strumento sicuramente interessante ma che in Italia, purtroppo, finisce a volte per fornire letture semplicistiche o di parte.
Così, anche su questo si è riusciti a creare una polemica, con tanto di inevitabile cortocircuito nella sinistra, suggellato da un articolo comparso ieri sul suo giornale nelquale mi si ammonisce dicendo «giù le mani da Ernest Renan», e l’autore, Corrado Augias, dice che di Renan avrei fatto «quasi l’alfiere del nazionalismo».
Normalmente non risponderei a una polemica francamente ridicola, se non fosse che questo dibattito tradisce un vecchio riflesso incondizionato (o forse condizionato) di certa politica e di certi opinionisti.
Rispondo volentieri a Lei e ad Augias: non ci penso per niente a «mettere giù le mani da Renan» (che peraltro ho citato molte altre volte in passato senza che questo creasse scalpore). Intendo continuare a usare lui e ogni altro autore che abbia detto o scritto cose che condivido. Perché la cultura è questo. Attingere dal meglio che l’umanità abbia prodotto, senza pregiudizi, senza paraocchi, e senza accettare quella vulgata ridicola e pericolosa secondo la quale se citi un autore, o se semplicemente lo leggi, lo etichetti o te ne appropri.
Io non ho mai pensato che la letteratura potesse essere “nostra” o “loro”, che si potessero leggere solo libri “autorizzati” dalla propria parte politica, che tutto si potesse ridurre alla categoria “amico” o “nemico”.
Questa è l’idea di cultura che ha certa sinistra, e lo scrivo esattamente per questo.
Perché è un’idea di cultura che intendo combattere.

Condivido l’idea che le arti non sono nostre o loro ma dell’umanità e che le citazioni non si fanno sbirciando Internet. Su ciò nulla quaestio. Convengo che la formula “alfiere del nazionalismo” può essere impropria per eccesso di concisione; faccio però presente, con ogni dovuto rispetto, che citando Renan in maniera monca come la presidente Meloni ha fatto, si rischia di far scivolare la sua idea di nazione verso il nazionalismo. Non è un dettaglio “ridicolo”. Renan chiude con le profetiche parole sull’Europa che ho riportato, non si può ignorarlo. Spero che anche su questa apertura la presidente Meloni sia d’accordo con Renan – e con me.
— Corrado Augias