Corriere della Sera, 20 marzo 2023
Ad Aldo Grasso Lol non fa ridere
Come amava ripetere il grande Peppo Pontiggia, nulla si sottrae al comico, neanche la riflessione sul comico. È altamente probabile, dunque, che queste note strappino un involontario sorriso, anche solo di compassione.
Perciò mi espongo subito: «Lol», giunto intanto alla terza stagione, non mi fa ridere; niente, non mi strappa neanche una mezza risata (Amazon Prime). Ho provato a capire se la colpa sia del format, ma i format sono come gli schemi di gioco: contano molto meno degli interpreti. Ho provato a dare la colpa a Frank Matano, che ride così di continuo da svilire il senso della risata. Fedez? Può darsi, è sempre malinconico di suo. Non restano che i comici in gara. Quest’anno ce n’erano di importanti, come Nino Frassica, Marina Massironi, Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu. C’era Maccio Capatonda come special guest. Ce n’erano altri, di belle e di brutte speranze. C’era anche un non comico, Cristiano Caccamo, forse parente di Felice.
Far ridere è un’attività molto seria. Mi si perdoni il ragionamento a scartamento ridotto: siamo di fronte a professionisti della risata, cioè a persone che di mestiere dovrebbero far ridere, l’impegno lavorativo di «Lol» dura una giornata (è vero che devono preparare i numeri, ma esattamente come i professori devono prepararsi le lezioni), il compenso per ogni partecipante è molto, molto elevato. Ebbene, dati causa e pretesto, forse farei lo stesso, ma da comici titolari e titolati mi sarei aspettato un po’ più d’impegno: battute, sketch, improvvisazioni. Non solo trito repertorio. Siamo sinceri: è facile non ridere di fronte a chi non fa ridere. Il più onesto è stato Nino Frassica, che è uscito subito, ridendo, per non faticare troppo. Alla fine, hanno vinto, ex aequo, Fabio Balsamo (è uno dei The Jackal) e Luca Bizzarri, spartendosi la vincita a favore di enti benefici.