Il Messaggero, 20 marzo 2023
Il nuovo spettacolo del Cirque du Soleil
Il nostro occhio si è abituato a tutto, o quasi. Come sedurre allora il pubblico in un mondo in cui mondi virtuali e capovolti, cyborg, intelligenze artificiali e simulazioni da Metaverso sono ormai i nostri compagni di vita? Quale compito ha l’artista per dimostrare le illimitate possibilità dell’umano prima che il post-umano si insedi indisturbato? Sono domande che i creatori dell’ultimo spettacolo del leggendario Cirque du Soleil, atteso prima a Roma (Tor di Quinto, 22-marzo-29 aprile) e poi a Milano (piazzale Cuoco, 10 maggio-25 giugno) non possono non essersi posti. Kurios- The Cabinet of Curiosities ci riporta, già nel titolo, alle origini del fantastico. Era infatti chiamata Wunderkammer Gabinetto delle curiosità o delle meraviglie quella stanza in cui i collezionisti collocavano oggetti della natura e dell’arte, capaci di destare “meraviglia” in chi guardava. Composizioni rare e misteriose disposte in modo inedito che si affermano nel Seicento, anche se le loro radici affondano già nel Medioevo. Si ispirano dunque ai “gabinetti della meraviglia”, precursori dei moderni musei, le creazioni di Kurios che ci trasportano, intenzionalmente, in un’altra epoca.LA FORMULA«E se fosse possibile alterare la realtà con il potere della nostra immaginazione?»: è con questa formula magica che la celebre compagnia canadese lancia la sua strabiliante opera viva che mobilita 49 artisti e 73 macchinisti provenienti da 17 Paesi diversi (alcuni dei quali viaggiano con il Cirque du Soleil da oltre 15 anni), 8000 costumi e più di 400 oggetti di scena. Intanto, già da giorni, i tecnici lavorano ininterrottamente per montare a Roma lo chapiteau (il tendone) da 50 metri. «Il nostro spettacolo racconta l’evoluzione dell’uomo in modo cronologico», spiega Johnny Kim, direttore artistico californiano. «Vogliamo celebrare ciò che siamo, il luogo da cui proveniamo e l’orizzonte verso il quale ci stiamo dirigendo, senza dimenticare la nostra natura». Nell’esaltazione dell’umano e della sua storia evolutiva, Kim mette l’accento sulla «semplicità del gesto, più forte di qualsiasi prodigio tecnologico». Parla del gesto “semplice” (per quanto sofisticato) di acrobati, clown e danzatori, che sono stati allenati a superare i propri limiti, offrendo agli spettatori non solo virtuosismo ma anche il proprio sguardo incantato.CREATIVITÀ«Mentre gli atleti olimpici si concentrano per eccellere in un singolo momento, la creatività dei nostri artisti è fatta per durare e accendersi a ogni spettacolo». Prodotto da Show Bees e Vivo Concerti, Kurios-Cabinet of Curiosities ci fa conoscere personaggi grandiosi e folli, creature bizzarre e mirabolanti che abitano il mondo di sotto o quello di sopra, incapaci di compromesso. Tra questi, Mr. Microcosmos (interpretato da Mathieu Hubener), seppellito dentro un costume gigantesco. La difformità è, d’altro canto, il sottile filo che lega le figure e le storie capovolte di questo kolossal immaginifico: trentacinquesima opera nella storia a sua volta colossale del Cirque du Soleil che nasce nel 1984 a Montreal. Il suo fondatore, Guy Laliberté, aveva fatto il mangiatore di fuoco. Sono passati quasi quarant’anni da quel primo atto visionario. Nel frattempo, per la grande industria del Cirque canadese lavorano quasi 5000 persone (dislocate tra le varie sedi), di cui 1300 artisti. Attualmente, ben diciannove spettacoli, tra produzioni storiche e nuove creazioni, sono in giro per il mondo: oltre a Kurios, Ovo, Kà, Messi 10, Luzia, Kooza, Guy Lafleur, Joyà, Drawn to life, Corteo, Echo, Mad Apple, Christal, Bazzar, Alegria, Love (The Beatles), O (sul mondo acquatico), One (su Michael Jackson) e Mistery.VARIAZIONIOgnuno di questi prodigi è un “gabinetto delle meraviglie” a sé stante, e al tempo stesso le varie opere devono potersi leggere come un “unicum”, come se fossero variazioni di un unico tema musicale. Ci sono, infatti, delle costanti: eseguite generalmente da René Dupéré e Benoit Jutras, le colonne sonore sono rigorosamente eseguite dal vivo. Mentre i clown sono in genere gli ospiti della serata. Ogni esibizione si sviluppa, infine, attorno a un tema allegorico. Il fine comune è sempre quello della “meraviglia”. Da ogni “armadietto delle curiosità”, escono fuori oggetti e corpi differenti. L’importante è che si sfidino le leggi del tempo e dello spazio. “È tutto vero oppure è frutto della mia immaginazione?": è questa l’unica domanda che conta. Come l’acrobata del Cirque du Soleil, anche lo spettatore è sospeso, in bilico tra il reale e il fantastico.