La Lettura, 18 marzo 2023
Il caso di Follia di McGrath
Dal 1998, anno in cui fu pubblicato, Follia di Patrick McGrath continua a vendere copie e conquistare nuovi lettori. Le ragioni per cui un romanzo diventa bestseller sono varie, spesso legate alle contingenze e alle mode e quindi caduche. Ma le ragioni per cui un romanzo diventa longseller, come è il caso di Asylum (titolo originale, bellissimo, di Follia), sono quasi sempre dovute alla sua qualità. Del romanzo di McGrath si è sempre detto che esercita una forte e misteriosa malia sui lettori, li avvolge nel suo sortilegio fin dalle prime, lapidarie righe: «Le storie d’amore catastrofiche contraddistinte da ossessione sessuale sono un mio interesse professionale ormai da molti anni». Dopo un simile incipit è difficile, se non impossibile, non proseguire nella lettura fino alla fine. Si resta incatenati. La formula segreta di un grande romanzo ha a che fare con le formule segrete degli incantesimi, delle pozioni magiche, dei preparati chimici, più che con le dottrine letterarie o filosofiche. Follia è la storia maledetta dell’amour fou di Stella, giovane moglie di uno psichiatra «malinconico», per un artista pazzo e uxoricida rinchiuso nel manicomio di massima sicurezza dove il marito della protagonista lavora. Siamo nell’Inghilterra del 1959 che in questo romanzo ritorna alle antiche atmosfere gotiche che hanno connotato la sua letteratura più grande. Un altro psichiatra dell’istituto racconta in prima persona la spirale della perdizione in cui precipita Stella. Il passo del romanzo è il passo dell’ineluttabilità. È il passo con cui si percorre il miglio verde, l’ultimo tratto che porta il condannato a morte al luogo dell’esecuzione. Se ci sarà interesse ancora in futuro per le cose letterarie, forse le uniche opere che verranno considerate degne di nota saranno i casi clinici di Freud. Follia, un caso clinico magistrale (e totale) che fonde D. H. Lawrence e Daphne du Maurier, avrà buone probabilità di trovare posto sulla scialuppa di salvataggio.