Corriere della Sera, 18 marzo 2023
Gaber, la doccia non è di sinistra
Caro Aldo,
sono passati molti anni da quando Giorgio Gaber con la sua famosa canzone su destra e sinistra raccontava il declino delle ideologie politiche. Aveva capito con molto anticipo che quelle teorie erano prive di pensiero e ideali. Il tempo passa e Gaber aveva e purtroppo ha ancora ragione.
Massimo Aurioso
Caro Massimo,
non credo che Giorgio Gaber intendesse dire che destra e sinistra non esistevano più. Credo che intendesse dire che era sbagliato o comunque fuori tempo guardare il mondo attraverso gli occhiali dell’ideologia. Lui stesso, uomo di sinistra, era palesemente infastidito dalla prosopopea della sua parte politica, che l’aveva criticato per l’impegno politico in Forza Italia di sua moglie, la grande Ombretta Colli.
Credo, gentile signor Aurioso, che qualsiasi discorso politico non possa prescindere da una premessa: nessuno schieramento dà una superiorità morale sull’altro; gli elettori lo sanno bene, infatti molto spesso scelgono la persona e non il partito, per cui città di sinistra eleggono sindaci di destra (pensi a Genova, che nella storia è stata la città più di sinistra d’Italia), e città di destra come Verona eleggono sindaci di sinistra. Detto questo, se non è vero che la doccia sia di sinistra (ma il bagno, come fece notare Vittorio Feltri a Gaber, è in effetti quasi sempre in fondo a destra), non per questo le differenze non esistono più. Obama non era Trump, il quale non era Biden. Oggi la sinistra è al governo nel Paese più importante del mondo, gli Stati Uniti, e in quello più importante d’Europa, la Germania; e probabilmente l’anno prossimo vincerà le elezioni nel Regno Unito. Tuttavia dà l’impressione di non sapere imporre le proprie idee, o anche solo elaborarle. Crollato il Muro, entrata in crisi la socialdemocrazia, inaridito il sogno della globalizzazione e della costruzione europea, la sinistra non sa più chi è. Ma non è meno grave la crisi della destra liberale, spesso sopraffatta dai populisti.