1. CPI, PUTIN SI PUÒ PROCESSARE, COME NAZISTI E MILOSEVIC, 18 marzo 2023
“PUTIN SI PUÒ PROCESSARE” – SECONDO IL PROCURATORE CAPO DELLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE, ANCHE SE MOSCA NON HA MAI RATIFICATO L’ISTITUZIONE DEL TRIBUNALE DELL’AJA, CI SONO MARGINI PER PROCEDERE, COME FU FATTO PER MILOSEVIC – DI SICURO, DOPO IL MANDATO D’ARRESTO INTERNAZIONALE, “MAD VLAD” È PIÙ DEBOLE: SOLO XI JINPING PUÒ SALVARLO, MENTRE LA POSSIBILITÀ DI UN NEGOZIATO CON L’UCRAINA È RIDOTTA AL LUMICINO… -
(ANSA) - Il procuratore capo della Corte penale internazionale Karim Khan ha detto alla Cnn di ritenere che il presidente russo Vladimir Putin possa essere processato per presunti crimini di guerra nonostante Mosca sostenga di non essere soggetta alle decisioni della Corte. Khan ha ricordato i processi storici contro i criminali di guerra nazisti, l'ex presidente jugoslavo Slobodan Milosevic e l'ex leader liberiano Charles Taylor, come esempi di figure apparentemente intoccabili che hanno dovuto affrontare la giustizia: "Erano tutti individui potenti, eppure si sono ritrovati nelle aule di tribunale", ha affermato.
La dichiarazione del procuratore arriva dopo che ieri la Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto nei confronti del presidente Vladimir Putin per un presunto piano di deportazione di bambini ucraini in Russia. La Russia è tra le principali nazioni a non aver firmato il trattato che ha istituito la Corte. Per questo motivo, è altamente improbabile che Putin venga consegnato alla giurisdizione del tribunale. Tuttavia la mossa della Cpi ha già fatto storia, rendendo Putin il primo capo di Stato di un membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per il quale è stato spiccato un mandato d'arresto, ha sottolineato Khan.
2. CORTE PENALE INTERNAZIONALE, PUTIN COME MILOSEVIC: COSÌ SI ALLONTANANO ANCHE I NEGOZIATI Estratto dell'articolo di Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”
Vladimir Putin sempre più costretto nell’angolo […]: il mandato d’arresto del Tribunale Internazionale dell’Aia per crimini di guerra relativi al suo presunto coinvolgimento nella deportazione di bambini ucraini in Russia sarà quasi sicuramente impossibile da perseguire, almeno in questa fase, ma rappresenta un colpo molto grave per il suo status internazionale e comporta nella pratica ripercussioni indubitabili sulla sua stessa libertà di movimento.
In teoria adesso tutte le polizie dei 123 Stati firmatari del Trattato di Roma, che nel 1998 istituì il Tribunale, potrebbero arrestarlo se dovesse entrare nel loro territorio. Il precedente tra i più noti che viene immediatamente alla memoria è quello di Slobodan Milosevic, l’ex presidente serbo morto in carcere all’Aia durante il processo nel marzo 2006.
Ma non occorre andare troppo distanti nel tempo. Ai nostri giorni Saif al Islam, il figlio più politico del colonnello Gheddafi, incontra immani difficoltà nel giocare un ruolo attivo in Libia e magari candidarsi alle eventuali elezioni presidenziali […].
Putin vede adesso infangata la sua immagine […]. Da aspirante zar del prossimo impero russo […] si trasforma in un leader-paria in decadenza, indebolito dalle conseguenze di quella stessa guerra che nei suoi piani avrebbe dovuto riportare Mosca a trattare alla pari con Washington e Pechino.
I prossimi incontri da lunedì a Mosca con il presidente Xi Jinping lo vedranno ridotto ancora di più nel ruolo di gregario […] e […] il mandato del Tribunale rende molto più difficile per Putin gestire direttamente un eventuale negoziato per giungere ad una (al momento inesistente) soluzione pacifica con Zelensky.
Le reazioni sia russe che ucraine sono comunque scontate. L’ex presidente russo Medvedev definisce la mossa del Tribunale «semplicemente carta igienica». […] Kiev invece festeggia. Zelensky in serata ha parlato di «decisione storica», che riconosce le responsabilità dei massimi leader russi. «Sarebbe stato impossibile per i militari russi compiere operazioni tanto criminali senza che fossero ordinate dai loro dirigenti», ha dichiarato il presidente ucraino. […]