la Repubblica, 18 marzo 2023
La dieta e gli studi sul cervello di Alonso
«È come se Fernando avesse un televisore davanti agli occhi, mentre guida. Capisce sempre cosa gli succede attorno. Una dote sua, di Senna e di pochi altri». Giancarlo Minardi ha fatto esordire Alonso in F1 a 19 anni e parla da innamorato confesso di un pilota che «ho visto provare sul circuito di Jerez a 17 anni. Nessun dubbio: «Prendiamolo subito».
Le ere motoristiche passate dal 2001, quando il ragazzo di Oviedo entrò nel Circus, le vedi dipinte sul suo profilo Instagram, nel post che avvicina una foto di allora, l’altra di oggi. Ma Fernando è ancora qua. E già. E a 41 anni, 7 mesi e 5 giorni ha conquistato in Bahrain il 99º podio in F1 portando l’Aston Martin dietro alle Red Bull di Verstappen e Perez. Vero, lo sport è cambiato, la vita agonistica dei campioni si è allungata: LeBron James ha superato a 38 anni il record di punti Nba di Jabbar.Tom Brady ha dato l’addio al football americano, soffocando lacrime da 45enne. Ma le eccezioni non cancellano le regole. I tempi di Fangio campione del mondo a 46 anni sono lontanissimi. Negli ultimi trent’anni solo altri due piloti sono saliti sul podio da over 40: Nigel Mansell, che a 41 anni e 3 mesi vinse a Melbourne su Williams, e Michael Schumacher terzo con la Mercedes a Valencia nel 2012, a 43 anni e 5 mesi.
Il fuoriclasse tedesco, maniacale nella preparazione, è stato il suo modello. Lo spagnolo ha aggiunto qualità e novità, consapevole del peso dell’età sulle risposte fisiologiche. Negli ultimi anni ha seguito gli studi americani sulla neuroplasticità, allenando il cervello nella sua capacità di modificarsi e adattarsi.
Le foto di novembre 2022, avvicinate agli scatti sul podio del Bahrain, mostrano i chili persi per sfruttare la nuova grande occasione di una carriera che gli ha regalato i mondiali piloti nel 2005 e nel 2006, ma anche amarezze come il titolo mancato nel 2007 per la guerra in McLaren con Hamilton, e l’occasione persa nel 2012 in Ferrari, quando Vettel e la Red Bull lo ricacciarono al secondo posto per tre soli punti.
«Gli anni pesano – dice Minardi – ma il campione consuma meno energie per realizzare ciò che agli altri costa adrenalina e tensione. Fernando è più giovane della sua età. Quando l’ho incontrato a Monza, a settembre, era carico come un ventenne: fisicamente e mentalmente è integro. Nella Aston Martin ha visto un progetto interessante e ha firmato il contratto, ricevendo tante critiche per come ha lasciato Alpine».
In Bahrain Alonso ha accusato 38 secondi di ritardo dal vincitore Verstappen, che nelle libere di Gedda lo ha preceduto di 208 millesimi. L’avversario è fortissimo ma lo spagnolo è nella condizione psicologica ideale: la F1 è la sua passione, i soldi nonsono un problema (secondo Forbes nel 2022 ha guadagnato 30 milioni di dollari), Lawrence Stroll – proprietario della scuderia e padre di Martin, compagno nel team – lo ha messo al centro di un progetto di lungo respiro. La pressione è addosso ai top team. Ma niente appagamento: il suo primo avversario è sempre se stesso, in allenamento è un martello. E non vuole perderemai: a calcio, sugli sci o in bici. E poi c’è il talento: «Il sorpasso a Hamilton in Bahrain – dice Minardi – mi ha ricordato la manovra di Piquet su Senna nell’86, in Ungheria, e il duello Villeneuve-Arnoux a Digione, nel ’79: un capolavoro di intelligenza e furbizia che ti ripaga delle domeniche passate a guardare troppe gare insignificanti».