la Repubblica, 18 marzo 2023
Intervista a Giovanni Di Lorenzo
Urla del silenzio. L’allenamento è appena finito e dall’esterno dello spogliatoio del Napoli si intuisce la straordinaria importanza del momento, con i giocatori raccolti davanti a un monitor per assistere insieme al sorteggio dei quarti di Champions League, in un’atmosfera sospesa, incerta e ingannevole come la quiete prima della tempesta. Sono stati infatti evitati gli spauracchi di City, Bayern e Real Madrid, ma nell’orizzonte azzurro si intravedono lo stesso i bagliori dei fulmini e c’è un lampo pure negli occhi di Giovanni Di Lorenzo: il capitano di una missione che ha smesso di essere spensierata e sembra a un tratto possibile. «Non ci nascondiamo più, anche se il livello della competizione è altissimo. Siamo con merito tra le migliori 8 d’Europa e abbiamo scritto una piccola pagina di storia del nostro club, dimostrando a noi stessi e ai nostri avversari di essere forti. Ora ci aspettano tre sfide dure col Milan in 17 giorni, compresa quella del 2 aprile in campionato. Non faccio pronostici: solo che ci dispiace aver preso un’italiana, avremmo evitato volentieri il derby».
Con tre squadre tra le magnifiche 8 non era però un’eventualità così remota, Di Lorenzo: in Champions va più di moda la Serie A della Premier League...
«Bene così. Per il calcio italiano è un segnale di riscossa importante e pure l’Inter avrà la sua chance contro il Benfica, mentre noi ci giocheremo con il Milan la semifinale. Ma non finisce qui: pure Juve, Roma e Fiorentina sono ancora in corsa nelle altre Coppe. Il nostro movimento sta rialzando la testa ed è un vanto per tutti: in Serie A ci sono squadre forti».
Dalla classifica del campionato non si direbbe, visto che il Napoli ha 18 punti di vantaggio sulla seconda.
«Da fuori può sembrare così, ma noi sappiamo che il livello della Serie A è molto alto. Ogni partita va affrontata al massimo e presenta difficoltà. È il Napoli che in campionato sta facendo qualcosa di incredibile: squadra forte e gruppo super, non èdemerito delle altre, finora abbiamo mantenuto un ritmo straordinario».
I numeri dicono che il Napoli sta volando anche in Champions: 7 vittorie in 8 gare e media punti di 2.62, superiore di poco persino a quella del campionato (2.61). Come si spiega questa continuità super?
«Con la nostra mentalità. Giochiamo ogni partita come se fosse una finale, in campionato e in Champions. Va avanti così da Ferragosto: nessuno molla di un centimetro, siamo ben focalizzati sui nostri obiettivi».
La vittoria contro il Liverpool a settembre è stata la svolta?
«Ci sono state alcune partite fondamentali e tra queste c’è la grande prova contro il Liverpool: uno dei passaggi chiave della nostra stagione. Il Napoli aveva cambiato molto in estate e intorno a noi c’erano tanti dubbi: fugarli in fretta c’è servito pure per l’autostima».
Il Napoli sta stregando anche l’Europa...
«La percezione sul nostro valore è cambiata, in Italia e all’estero: ora dicono tutti che il Napoli è forte, noi ce ne siamo accorti da un po’».
In campionato non vi prendono più, ha già sognato il giorno dello scudetto?
«Vivo qui da 4 anni e ho imparato le regole della scaramanzia, oltre a conoscere la matematica. Dobbiamo fare altri punti e non ci sono partite facili. Posso dire solo che stiamo facendo qualcosa di incredibile e che abbiamo l’opportunità di vincere il campionato. Un po’ ci ho pensato, al giorno dello scudetto. Ma non immagino cosa potrà accadere in città. Spingeremo al massimo, non vediamo l’ora di festeggiare».
Il capitano degli unici 2 scudetti del Napoli è stato Maradona...
«Ci penso spesso: io potrei diventare quello del terzo. Essere accostato a un simbolo del genere mi mette i brividi. Se e quando sarà, mi aspetta un’altra emozione incredibile».
Incredibile come l’ascesa di Di Lorenzo: ci racconta le sue ultime stagioni da film?
«Ho debuttato in Serie A tardi, a 25anni. Ma ci ho sempre creduto e arrivare dalla gavetta è una soddisfazione più grande. Nel 2017 ero a Matera, poi sono cresciuto tanto a Empoli ed è arrivata la grande occasione a Napoli. Devo tanto agli allenatori che mi hanno aiutato e mi prendo il merito di non aver mai mollato. Per questo sono qui».
Nella sua stagione super ci sono anche 3 gol e 6 assist...
«Da giovanissimo ero un discreto attaccante, mi avevano soprannominato Batigol alla scuola calcio. Poi ho cambiato posizione, ma non ho perso l’istinto».
Si nasce anche capitano?
«Lo avevo già fatto da ragazzo, le responsabilità mi piacciono. Ma non mi aspettavo di essere scelto da Spalletti e dai compagni. Li ringrazio per la fiducia».
Bruscolotti diede la sua fascia aMaradona, chiedendogli in cambio la vittoria dello scudetto. Lei cederebbe i gradi a un suo compagno in cambio della Champions?
«La fascia è solo un simbolo e nel Napoli non sono io l’unico capitano: ne abbiamo tanti, la nostra forza è anche questa...».
Non ha risposto, però...
«Allude a Osimhen e Kvara? Sono due attaccanti formidabili e per fortuna sono miei compagni di squadra, come Kim e tutti gli altri. In cambio della Champions la fascia gliela do subito, ci può scommettere».
Intanto il leader del Napoli è lei: quanto ha influito sulla sua crescita il trionfo agli Europei con l’Italia?
«Tanto, esperienza indimenticabile.
Abbiamo fatto un Europeo super e vincerlo è stato incredibile».
Ha chiamato la sua prima figlia
Azzurra: per il Napoli o per la Nazionale?
«L’azzurro è il colore dominante della mia carriera e lo è per chi vive a Napoli. Al panorama del Golfo non ci si abitua mai,ti lascia senza fiato».
A Napoli si giocherà giovedì prossimo Italia-Inghilterra...
«Giocare nel mio stadio con la maglia della Nazionale sarà un’emozione bellissima. Spero che venga tanta gente. Vorrei al Maradona la stessa atmosfera delle partite del Napoli».
Il Mondiale è un sogno sfumato?
«L’avrei giocato nell’età della piena maturazione: un rimpianto enorme, ma sogno di avere un’altra chance».
Si rifarà con lo scudetto...
«Domani andiamo a Torino e potranno tornare in trasferta i nostri tifosi. Per noi sono fondamentali, il sogno è fare festa con loro».