1 - COCAINA GLOBALE, 17 marzo 2023
NASI COMUNICANTI: TUTTO IL MONDO PIPPA! – LA COCAINA VIENE SNIFFATA DA ALMENO 300 MILIONI DI PERSONE IN TUTTO IL MONDO - COLOMBIA E' IL PRINCIPALE CENTRO DI PRODUZIONE, CON 1.400 TONNELLATE SULLE 2.000 PRODOTTE AL MONDO (SEGUONO BOLIVIA E PERU') – I CONSUMATORI DELLA "BAMBA" SI DIFFONDONO ANCHE IN AFRICA E NEI PAESI ORIENTALI – LA COCA ALLA FINE DEGLI ANNI ’70 È DIVENTATA UNA DROGA "POPOLARE" PER LA GIOIA DEI NARCOS: TRIONFA SULL'ONDA DELL'EDONISMO REAGANIANO... -
Estratto dell’articolo di Emiliano Guanella per “la Stampa” Si produce, si vende e si consuma sempre più cocaina e ormai nessun continente è escluso dalle grandi rotte del narcotraffico. Il global report dell'Unodoc, l'ufficio delle Nazioni Unite per la lotta alla droga, è severo nell'analizzare la tendenza mondiale nel gigantesco business della coca.
Il Sudamerica continua ad essere il grande cuore della produzione, da dove partono le reti di protezioni e smercio che permettono in ogni angolo del Pianeta di trovare polvere bianca da sniffare di buona o cattiva qualità.
Sono almeno trecento milioni i consumatori abituali, concentrati soprattutto in Nordamerica ed Europa, anche se cresce la domanda dai Paesi asiatici e africani e anche da un gigante come il Brasile, che fino a qualche anno fa si limitava ad essere terra di passaggio.
[…] La Colombia la fa, come sempre, da padrona con 1.400 tonnellate prodotte su un totale stimato di poco meno di 2.000 tonnellate. A ruota seguono Perù e Bolivia. Il passaggio obbligato per il grande mercato statunitense è il Messico, mentre per l'Europa e il resto del mondo si va via Venezuela, Brasile, Argentina e Uruguay.
[…] La coca viene nascosta ovunque, approfittando del boom delle comodities sudamericane. Dal triangolo Brasile-Uruguay e Argentina partono ogni giorno centinaia di nave cariche di soia, carne, agrumi ed è praticamente impossibile controllare tutto. Ne sanno qualcosa le autorità del porto brasiliano di Santos, nei pressi di San Paolo o quelle di Montevideo, impegnate in una battaglia tra guardie e ladri dove i primi rimangono quasi sempre con le mani vuote. I
[…] Secondi i dati ufficiali di Bogotà nel 12% dei 1.122 comuni colombiani esistono coltivazioni di coca, ma la metà della produzione è concentrata in appena una decina di grandi municipi nei dipartimenti del Norte di Santander, Narinio e Putumayo. Sono zone di frontiera, la prima con il Venezuela a Nord, le altre due a Sud con il Perù: terre di nessuno dove lo Stato non riesce ad arrivare e dove la corruzione, anche tra le forze armate e la polizia è molto diffusa.
Quello che sta succedendo in Colombia, va detto, è la prova chiara del fallimento delle politiche di sradicamento delle culture portate avanti da anni dalle Nazioni Unite. L'Onu investe gran parte del suo bilancio antidroga nella sua maxi-sede a Bogotà, ma è evidente che la scelta di dare sussidi economici ai coltivatori che rinunciano alle foglie di coca non funziona: molti di loro dichiarano una produzione maggiore a quella che effettivamente avevano, intascano i soldi mentre i narcos concentrano le loro attività in altre zone.
Anche la distribuzione ha fatto negli ultimi anni un grande salto di qualità. Tra le grandi organizzazioni criminali europea è la ‘Ndrangheta a farla da padrone, grazie ad una rete di broker abilissimi a fare da anello tra il nuovo e il vecchio mondo.
Si comportano come agenti di borsa, vivono in quartieri di lusso a San Paolo, Montevideo o Buenos Aires, hanno a libro paga agenti di dogana alla frontiera, capitani di grandi navi cisterna transatlantiche, ispettori nei porti alla partenza e all'arrivo. Si muovono con la velocità e la freddezza di chi ha a cuore un solo obbiettivo, far arrivare la merce a destinazione. Per questo sono disposti a cambiare rapidamente rotta, tenendosi aperte sempre varie possibilità. […]
Sugli Stati Uniti, invece, a farla da padrone sono i messicani; la lega dei grandi clan, ad iniziare dal potentissimo clan del golfo, si occupa del passaggio verso Nord, con una scia di corruzione che passa per tutto il Centroamerica fino ai gangli del potere a Città del Messico. […]
2 - LA REGINA INDISCUSSA DELLO SBALLO HA RUBATO LA SCENA ALL'EROINA Estratto dell’articolo di Giancarlo De Cataldo per “la Stampa”
Nei primi anni Ottanta mi capitò di interrogare un piccolo spacciatore di cocaina. Un poveraccio preso con le mani nella marmellata, ma estraneo ai giri della «mala» che conta. Mi disse che per lui la coca era una necessità: «Di mestiere, dottò, lavo i morti per le pompe funebri. Se a fine serata non mi tiro un po' su, non c'arrivo a domani».
Il mito della cocaina come droga dell'alta società, vettrice di sensazioni adrenaliniche, dinamo di performance orgiastiche, rifugio e patrimonio di artisti sregolati votati alla perdizione, la coca «che non mente» di JJ Cale ed Eric Clapton, tramonta definitivamente alla fine degli anni Settanta. Da quel momento in avanti, se mai c'è stata una droga trasversale, interclassista, universalista, quella è la cocaina.
[…] Per anni la cocaina se ne sta in disparte, come se osservasse, sorniona, gli eventi, in attesa della sua occasione. E l'occasione arriva con la svolta degli anni Ottanta. Siamo stanchi di politica, utopia, grandi costruzioni ideali. La cocaina sembra tagliata - si passi il gioco di parole - apposta per accompagnare l'Occidente in una nuova, trionfale cavalcata costellata di disimpegno, superficialità, bellezza, successo, fitness, glamour.
La coca è compatibile, non ti costringe alla triste sfilata degli zombie nei parchi degradati. La coca fa stile. Paradosso fra i paradossi: la coca trionfa sull'onda dell'edonismo reaganiano, e Reagan è il più inflessibile paladino della lotta senza tregua ai trafficanti.
[…] Dopo quarant'anni di proibizionismo, i pasdaran della tolleranza zero dovrebbero forse porsi qualche interrogativo. La coca oggi muove miliardi, alimenta potenti cartelli criminali, domina, incontrastata signora, le notti elettriche delle nostre grandi città e dei più sperduti […].
Le pene esemplari e le grida manzoniane non hanno piegato il narcotraffico, e il gusto dello sballo, lungi dall'arretrare, sembra impennarsi. Magari è il momento per tentare strade diverse.