la Repubblica, 17 marzo 2023
E Chiambretti folle e visionario sfida la tv
Con tutto il tempo che è passato dagli inizi la domanda, non proprio cruciale ma pazienza, era assai legittima: cos’è diventato oggi Piero Chiambretti? Dopo la prima delle tre puntate previste su Canale 5 deLa tv dei 100 e uno, megashow interminabile con cento bambini in studio, c’è un abbozzo di risposta.Chiambretti è un kamikaze folle che da tempo aveva in mente un programma coi bambini, ne parlava ovunque e con chiunque e qualcuno, forse per sfinimento, alla fine gliel’ha fatto fare. Lui, che va considerato un lupo di mare televisivo, a quel punto si è bellamente disinteressato di tutto quello che gli sarebbe, inevitabilmente, piovuto addosso.Ha deciso che certi estri televisivi avrebbe cercato di ficcarli a vivaforza in un tipo di programma che è sempre una sfida persa in partenza.E che se ne fossero usciti anche cinque momenti ragguardevoli su cinquemila ne sarebbe valsa la pena comunque. La tv dei 100 e uno è il programma più complicato del mondo, si tratta di ammansire in qualche modo quella sorta di classe oceanica – tutti i virgulti però hanno una qualche qualità che li distingue – e procedere a passo di carica per quasi tre ore infilando numeri, interviste, ospiti, gag demenziali, ragazzini fenomeno che possono sbalordire (c’erano tre pischelli a cantare e suonare Via con medi Paolo Conte e l’effetto stordiva). E disinteressandosi, a quel punto, se con una frequenza da bambini, ovvero altissima, i momenti imbarazzanti sarebberostati parecchi e avrebbero fatto dire a tutti, soprattutto a chi il programma non l’ha visto o ne ha visto dieci minuti, che si tratta del peggio possibile. La tv dei 100 e unonon è il peggio possibile, è il programma di uno matto da legare: e quei cinque momenti, su cinquemila, nei quali la follia incontra un raro sguardo bimbo spontaneo, e non scritto prima, forse valevano la spesa. Forse.