Corriere della Sera, 16 marzo 2023
Cacciapaglia: «Mi ispiro a Pitagora per comporre musica terapeutica»
’essenziale, diceva il Piccolo Principe, è invisibile agli occhi. «Così come invisibile è la musica, quelle onde che nascono e svaniscono nello stesso istante, non si vedono ma si sentono, non solo con le orecchie ma con tutto il corpo», ribadisce Roberto Cacciapaglia compositore e pianista, esploratore di nuove frontiere emotive e percettive.
Tra le più recenti quelle di Invisible Rainbows, il nuovo album che tra poco lo condurrà in tour in quattro città italiane, da Verona (19 maggio) a Roma (il 24), da Bologna (il 25) a Milano, il 26 al Conservatorio. Conservatorio dove Cacciapaglia ha studiato, si è diplomato sotto la guida di Bruno Bettinelli, per poi avviarsi su strade non battute, senza confini, dove la classica si intreccia con l’elettronica, l’amore per la Beat Generation con quello per Jimi Hendrix e Battiato, i Pink Floyd con i Sufi e i Veda.
«O anche, come è successo per quest’ultimo album, a lasciarmi ispirare dalle teorie di Pitagora, che immaginava un rapporto armonico tra le leggi del suono e quelle dell’universo. Lavoro su triadi, consonanti, ottave, per raggiungere quell’Arcobaleno interiore che genera i cinque colori base, qui trasformati in altrettanti interludi per pianoforte e inseriti tra un brano e l’altro. Un simbolo di luce contro le tenebre che ci circondano, dal pianeta malato alla guerra all’ignoranza. Un invito a risvegliarci, a scoprire nuove dimensioni».
Cacciapaglia ne ha proposto lui stesso alcuni saggi l’altro ieri, durante la cerimonia milanese dove gli è stato conferito il Premio Montale Fuori di Casa per la sezione Musica. «Ogni volta che mi siedo al pianoforte è come mi ritrovassi davanti a uno specchio. Sento il bisogno di chiudere gli occhi, cercare dentro di me quel silenzio necessario per stabilire una connessione consapevole con chi ascolta, capace di far rivivere le nostre parti più profonde».
Musica terapeutica? «Anche. Con buoni esiti su persone sofferenti, ma anche su bambini e adolescenti troppo inquieti. Un potere del suono su cui ho indagato in lavori precedenti, da Diapason, omaggio alla forcella da cui scaturisce il La originario, a Sonanze, dove il protagonista è lo scacciapensieri, strumento della tradizione siciliana il cui suono ipnotico ha davvero lo scopo di allontanare i pensieri gravosi e rimettere in comunicazioni con gli altri. Il suono è invisibile, ma ci tiene uniti».
Perché alla fine, per tornare al principino di Saint Exupery, «non si sente bene che con il cuore».