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 2023  marzo 16 Giovedì calendario

Il gran bazar degli oggetti dimenticati in aeroporto

 Anton doveva essere un artista. Lo sguardo profondo, dolce. I lunghi capelli biondi. Qualcuno ha smarrito le sue ceneri all’aeroporto di Fiumicino, senza mai reclamarle indietro. E adesso Anton riposa – non proprio in pace – nell’hangar che l’aeroporto ha affittato in un’area commerciale vicino Ponte Galeria, campagne a sud di Roma.Qui sono raccolti tutti gli oggetti smarriti nello scalo. Cento al giorno, 50 mila in un anno e mezzo. Una valanga.A pandemia arginata, le persone hanno ripreso a volare e a perdere la qualunque ai gate d’imbarco. Congiunti deceduti, come Anton. Soldi in contanti (8 mila euro il record di tutti i tempi a Roma). Rolex autentici, Rolex falsi. Bambole gonfiabili, vibratori, seghe elettriche, trombe, bici per bambini, sedie a rotelle. E ancora: bombole per l’ossigeno, oltre a un’infinità di valigie e trolley.L’hangar degli oggetti smarriti – anche se grande 700 metri quadri – è stracolmo. Tutto esaurito. Al punto che il Tribunale di Roma, per la seconda volta in 4 mesi, incarica un istituto di vendite giudiziarie di bandire un’asta telematica. In vendita, da oggi e fino al 23 marzo, ci sono i beni che nessuno ha reclamato per tredici mesi.La procedura per aggiudicarsi le valigie somiglia a certi giochi della tv. Lotto numero 31 dell’asta di oggi, ad esempio. In offerta ci sono 12 valigie, prezzo di partenza 30 euro. Piccolo problema: le valigie sono chiuse e il loro contenuto non è svelato. I compratori sanno solo che contengono “abbigliamento e accessori”. Chi se le aggiudica può trovare venti Lacoste (è successo) o i mutandoni della nonna (è successo anche questo).L’unica garanzia – spiega Mauro D’Aniello, uno dei responsabili del servizio di custodia – è che non vi imbatterete in calzini bucati o in una caciotta andata a male. Tutti i bagagli smarriti sono aperti e liberati sia dei panni sporchi sia del cibo deperibile. Racconta Massimo Ilariucci, il dirigente responsabile della sicurezza di Fiumicino, per conto di Aeroporti di Roma: «Al di là delle valigie, ogni giorno troviamo smartphone, tablet, pc. Da questi dispositivi, cancelliamo tutti i dati, a tutela della riservatezza di chi li ha persi. Quindi li consegniamo al perito perché ne valuti il valore». Di norma, l’istituto per le vendite giudiziarie accorpa più dispositivi. Il Lotto 40, ad esempio, propone oggi 25 iPad conbase d’asta a 100 euro. Anche qui, le condizioni reali non sono chiare. Ma per molti compratori, il bello è esattamente questo.Dice ancora Ilariucci: «Prima del Covid, le aste si tenevano in presenza, in una sala del Comune di Fiumicino. Ed era uno show. Tante persone si divertivano a fare offerte alla cieca, senza sapere che cosa avrebbero pescato». Altre erano specialiste del commercio da bancarella: ambulanti dei mercati di Porta Portese e Via Sannio a Roma, in cerca dell’affare. Ilariucci ha anche un identikit del viaggiatore che perde un suo bene. Negli ultimi mesi, molti passeggeri – ormai disabituati a viaggiare – si sono scoperti distratti. In alcuni aeroporti del mondo, ha pesato il caos che si è scatenato quando le persone hanno ripreso a volare tutte insieme. In questo clima, tanta gente smarrisce anche le cose più importanti. Un turista argentino, in partenza da Roma, ha lasciato in aeroporto un marsupio con 8 mila euro in contanti (poi recuperati dai parenti italiani, con una sua delega). In una cassaforte segreta dello scalo, ci sono cifre importanti, dollari, rupie, yen.Poi c’è chi arriva all’imbarco con qualcosa di ingombrante (il triciclo del figlio, tende o lavatrici da campeggio, chitarre, bombole) e si scontra con una dura realtà. La compagnia aerea, per imbarcare l’oggetto, chiede molti soldi. È meno doloroso separarsi da quel bene, e abbandonarlo in un angolo dello scalo, che pagare un fortuna per portarlo lontano con sé.