Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  marzo 15 Mercoledì calendario

Il 18enne che filma gli scippi in metro a Milano

«Sono un ragazzo particolare, lo so, io che ho 18 anni e il weekend lo passo in metropolitana a stanare le borseggiatrici. Molti miei coetanei giocano a calcio, si ritrovano all’oratorio, vanno a ballare. Be’, io preferisco spendermi per la sicurezza della mia città, Milano, documentando scippi e degrado, spaccio e occupazioni abusive».
Nicholas Vaccaro è stato il «booster» della pagina Instagram «Milano Bella da Dio», fondata nel 2019 e decollata con i video (virali) sui furti ai danni di pendolari e turisti. Quindi svelando ai cittadini volti e nomi delle ladre seriali. Un metodo che la consigliera comunale Monica Romano (Pd) ha giudicato «violento» e lesivo della privacy, contrario al senso civico che a suo dire prevede la denuncia dei reati alle forze dell’ordine. Mai sui social.
Vaccaro, com’è nata la sua collaborazione con «Milano Bella da Dio»?
«Grazie ad alcuni miei video-denuncia sullo spaccio di droga a Porta Venezia. Il fondatore della pagina li vede e mi contatta: “Sei in gamba, giovane, mandaci qualcosa”. Lo invito in metropolitana, dove conosco la piaga delle borseggiatrici. E “Milano Bella da Dio” inizia a imbarcare follower».
E lei ci guadagna.
«Io non prendo un euro. Diciamo che sono un volontario per la sicurezza, come altri miei amici che presidiano le stazioni. Il mio guadagno sono i “grazie” della gente. Il mio lavoro è un altro».
Di cosa si occupa?
«Sono impiegato in una società di sicurezza che ha un contratto d’appalto con un’università milanese. Sto alla reception: controllo chi entra e chi esce. Ho fatto l’alberghiero, tre anni al Capac, un istituto professionale. Ho scritto un libro autobiografico, Hotel del futuro, sulla mia infanzia travagliata, la vita in comunità, ma non per droga. Colpa di problemi familiari, genitori distanti. È stata dura. Ora vivo con mamma».
La ritrovata serenità.
«Insomma. Le borseggiatrici mi minacciano. Soprattutto i loro mariti o compagni».
Come?
«Su TikTok. Avevo condiviso un video di un tentato furto, milioni di visualizzazioni. A un certo punto arriva un messaggio: “Sei un figlio di p., hai picchiato mia moglie incinta, il mio bambino, dammi il tuo indirizzo, vedrai cosa ti succede”. Un’altra volta una borseggiatrice mi ha spruzzato lo spray al peperoncino».
Avete mai denunciato i furti alle forze dell’ordine, come suggerisce Romano?
«Certo che sì. Con una mail a prefettura e questura, e allegando tutto il materiale. Dicono che ne sono al corrente. Stop. Meglio mi è andata quando ho segnalato l’ex liceo Manzoni occupato da minori stranieri scappati dalle comunità. A novembre è stato sgomberato».
Altre missioni?
«Sto aiutando una signora di 58 anni che rischia di finire in strada. Le hanno bloccato il reddito di cittadinanza. Per ora dorme in un affittacamere a Sesto San Giovanni. Ho promosso una raccolta fondi già arrivata a 900 euro».
Ha votato?
«Sia alle politiche sia alle regionali. Fratelli d’Italia».
Ambisce a fare politica?
«Avevo la tessera di Fratelli d’Italia, ma ora non più per evitare strumentalizzazioni».