Corriere della Sera, 14 marzo 2023
Citare Merini
Avvicinandosi la Giornata mondiale della poesia (21 marzo), viene da chiedersi quanta poesia ci sia in giro. La risposta è: tantissima, sempre di più. Siamo sommersi di poesia, ogni giorno arrivano, agli addetti ai lavori, libri piccoli e grandi di poesia da editori diversissimi, piccoli e grandi, prestigiosi e sconosciuti. Vado su un sito specializzato e trovo l’elenco di 21 editori di poesia, constatando a occhio che ne mancano almeno altrettanti, anzi molti di più e alcuni importantissimi: segno che anche i poetanti conoscono poco il panorama poetico. Scrivo su Google «editori di poesia» e saltano fuori immediatamente numerose proposte di pubblicazioni a pagamento. Il fatto che ce ne sono così tante significa che si moltiplicano i poeti pronti a sborsare (tra i 200 e i 2000 euro), probabilmente non contenti della diffusione sui social. Il problema è riassunto in una battuta ricorrente secondo cui ci sarebbero in Italia più poeti che lettori di poesia. Se fosse vero, dovremmo supporre che ci sono poeti che non leggono neanche sé stessi. In compenso, c’è chi legge poesia e lo fa sapere. Per esempio, Matteo Renzi, che non perde occasione per citare Alda Merini. Nell’indicare la rotta del Pd, nel 2013, evocò un suo pensiero: «Non mettermi accanto a chi si lamenta senza mai alzare lo sguardo, a chi non sa dire grazie. Io chiudo gli occhi, mi sposto di un passo e sono altro e sono altrove». È un testo che, con qualche variante, circola ovunque sul web, e infatti Salvini, nel 2019, l’ha postato su Facebook per accompagnare un’immagine con Roma al tramonto. Renzi è tornato a citare Merini in Parlamento quando Meloni è diventata premier: «non c’è niente che faccia più impazzire la gente che vederti felice». E se n’è ricordato anche la scorsa settimana in Senato selezionando una frase adatta al caso Piantedosi: «Mi piace chi sceglie con cura le parole da non dire». Un po’ di Merini qua e là non guasta mai. Lo sanno anche nel Consiglio Regionale lombardo, se dal 2016 vi campeggia un’altra bella frase meriniana: «Chi regala ore agli altri vive in eterno». La povera poetessa «pazza», dopo una vita tragica, ha la sventura, da morta, di piacere a tutti. Il suo diario, L’altra verità, è stato trovato persino tra le letture di Messina Denaro. Sarà il raro caso di un poeta che legge poesia?