la Repubblica, 14 marzo 2023
Intervista a Mikheil Saak’ashvili
L’ex presidente riformista ed europeista Mikheil Saakashvili è stato incarcerato dalle autorità georgiane nell’ottobre del 2021, al rientro nel suo Paese dopo otto anni di esilio. Privato di cure mediche e avvelenato, a quanto afferma lui, dagli agenti filorussi del potere georgiano diretto nell’ombra dall’oligarca Bidzina Ivanishvili, vicino al Cremlino, ha perso 50 chili in un anno. I medici temono per la sua vita. Le sue parole sono state raccolte per iscritto grazie a un intermediario che fa a fargli visita tutti i giorni. Dal letto d’ospedale, l’ex presidente ha risposto alle domande del Figaro.
Come sta?
«La mia salute si degrada in modo lento e costante. Sono arrivato allo stadio in cui i medici si aspettano che diversi organi cedano. Passo tutto il tempo a letto, perché non riesco più ad alzarmi. Le mie ossa si stanno disintegrando e questo mi provoca dolori atroci».
Chi l’ha avvelenata?
«I russi attraverso i loro agenti in Georgia. Ricordo il giorno in cui mi hanno avvelenato; ho avvertito i sintomi e da allora la mia salute si è degradata in modo terrificante».
Stiamo assistendo a un Majdan georgiano a Tbilisi?
«Sì. La gente ha cominciato a organizzarsi quando ha capito che la legge imposta dal governo era un punto di non ritorno per il cammino europeo della Georgia».
Spera in una nuova rivoluzione in Georgia?
«Sì, i georgiani che manifestano sono nati dopo la Rivoluzione delle Rose, quando la corruzione era stata sradicata, non si conosceva la fame e il governo georgiano non tendeva verso la Russia. È una generazione che non vuole più sottostare ai diktat del Cremlino».
Lei pensa che la legge sugli “agenti esteri” sia stata varata su ordine diretto di Mosca?
«Al 100 per cento».
Pensa che Ivanishvili prenda
ordini dal Cremlino?
«No, il suo rapporto con Putin non è mai stato stretto. Riceve istruzioni dal capo del 5° dipartimento dell’Fsb (ex Kgb), generale Beseda».
Cosa ci dicono gli avvenimenti in Georgia sulla Russia di oggi?
«La sollevazione in Georgia dimostra che la forza brutale della Russia non può sconfiggere la volontà del popolo e che la propaganda del Cremlino non ha speranze».
Cosa prevede che succederà in Georgia nel breve periodo?
«Molto dipenderà dal successo della controffensiva ucraina.
Quando Kiev avrà vinto, il sistema Ivanishvili si disintegrerà. Tbilisi sarà sotto influenza ucraina e siavvicinerà a Usa e Polonia».
Pensa che Putin sia in grado di lanciare un altro intervento militare in Georgia?
«È la minaccia dei dirigenti russi.
Ma non è possibile in questo momento. Anche se Ivanishvili cadesse, Putin non potrebbe aiutarlo militarmente. È troppo impantanato in Ucraina».
Il futuro europeo della Georgia si sta decidendo in questi giorni?
«Sarà una lotta continua e difficile, che andrà avanti per anni».
La situazione potrebbe essere favorevole per lei?
«La situazione sarà favorevole per la democrazia georgiana fintanto che l’Ucraina resisterà contro i russi. Non ho progetti politici inGeorgia, da quando vedo questi giovani che manifestano».
Perché la presidente Zurabishvili finora ha scelto di non usare il suo potere di grazia per farla liberare?
«Credo che debba rispondere a Ivanishvili. Non può prendere nessuna decisione contro di lui».
Quale scenario prevede per l’Ucraina?
«Sul piano militare vincerà l’Ucraina. Conosco bene lo stato d’animo e lo spirito degli ucraini e posso garantirvi che non si fermeranno finché non avranno distrutto l’esercito russo. L’Ucraina diventerà una grande potenza in Europa. Insieme alla Polonia: controbilanceranno l’influenza della Francia e della Germania nell’Ue e probabilmente diventeranno predominanti in gran parte dello spazio ex-sovietico».
Che scenario prevede per la Russia?
«C’è una possibilità che la Russia rimanga uno Stato unitario dopo la caduta di Putin. Su questo esiste un consenso all’interno della classe dirigente russa. Anche Putin lo sa».
Pensa che Putin potrebbe essere rovesciato da un colpo di Stato militare?
«Quando arriverà una sconfitta militare importante della Russia, i generali metteranno in guardia Putin chiedendogli di fermarsi.
Potrebbero essere tentati di cacciarlo. Ma potrebbero pensarci anche altre forze armate».
Putin le sembra ancora forte?
«Non è mai stato tanto debole. L’ho incontrato trenta volte e posso leggere sul suo volto che è nervoso come non è mai stato. Come se fosse sull’orlo del baratro»,
Quale sarà la prossima tappa, se Putin non sarà fermato?
«Sarà fermato dagli ucraini. L’unica incertezza è il prezzo di vite umane che dovranno pagare».