La Stampa, 14 marzo 2023
Intervista a Sandro Veronesi
«Quello che penso di Piantedosi vale anche per Salvini. Non hanno il senso dello Stato e non hanno umanità, ma almeno imparino a stare zitti. Altrimenti disonorano tutto il Paese». Il due volte premio Strega Sandro Veronesi, in libreria con “Comandante”, scritto con Edoardo De Angelis, confessa di provare rabbia davanti al governo.C’è una scelta politica dietro i naufragi di questi giorni?«Che siano stati fatti degli errori tragici è un dato di fatto. A Cutro non si è considerato quanto fosse pericolosa la situazione con un mare che ha indotto la Finanza a rientrare per la burrasca. Ora la Finanza non ha le barche della Guardia costiera, ma certamente sono più sicure di quella dove erano i migranti. E nessuno ha accolto l’appello lanciato dalle Ong, lasciando affogare decine di migranti davanti alla costa libica. Errori ne sono stati fatti tanti, che siano stati fatti apposta non sono in grado di dirlo. Ma provo rabbia a vedere questi corpi di bambini che continuano a uscire dal mare».Cosa l’ha turbata delle parole del ministro Piantedosi?«Le parole miserabili diventano oscene quando il ministro dell’Interno anziché coordinare il salvataggio accusa i migranti. Sarebbero state parole inopportune ma non oscene se le avesse dette dopo averli salvati. È talmente facile, persino demagogico, essere pietosi. Non sei in grado di mostrarti sinceramente affranto, ma almeno stai zitto. Quando rappresenti il Paese devi portarne sulle tue spalle la tradizione e la storia, soprattutto per quanto riguarda il soccorso in mare. È come se Piantedosi stesse cancellando secoli di storia raccontando una verità che non è vera, perché a Crotone gli abitanti sono tutti disperati nel vedere questi corpi».Giorgia Meloni in Ucraina si è commossa davanti all’orrore. In Calabria è arrivata molti giorni dopo la strage ed è apparsa nervosa.«Può essere che fosse nervosa perché sentiva la responsabilità, però non ha mostrato empatia. E c’è un altro tema agghiacciante: nessuno del governo si è interessato delle condizioni nelle quali vengono accolti i superstiti: sono detenuti come delinquenti. Il naufrago è sacro nella storia della marineria, perché è accompagnato da qualche dio al quale si è raccomandato: se tu non omaggi quel naufrago, offendi quel dio che si vendicherà. Questa è la storia della marineria, non possono arrivare e riscriverla. A persone che magari hanno perso i figli tu devi riservare un trattamento che non riservi nemmeno ai capi di Stato, a meno di essere un Paese feroce e che quelli che arrivano sulle tue sponde sono nemici. Allora li tratti come nemici e te ne freghi dei loro dei, ma civiltà di questo tipo sono durate poco e non hanno segnato la storia. Ripeto: l’Italia non è così».Il nervosismo è passato presto con un karaoke sulle note di De André.«Credo che De André si sia rivoltato nella tomba. Ma poi Marinella… Marinella no, lei muore per annegamento! Come fanno a non capirlo? Però attenzione, la storia il giudizio lo darà. Vorrà dire che vogliono quel giudizio lì».Per moltissime ore hanno lasciato un barchino alla deriva, nessuno si è attivato per salvarli dopo che la Guardia costiera libica se ne è lavata le mani.«Noi perseguitiamo le Ong, fatte da persone perbene, e stringiamo accordi con la Guardia costiera libica, che appartiene a cosche mafiose che trafficano di tutto, esseri umani compresi. Ma noi diamo loro equipaggiamento e soldi. La comunità internazionale, non solo l’Italia, dovrebbe dire no. Purtroppo in tutta l’Europa c’è la stessa linea: ostacolare le Ong e finanziare regimi totalitari perché fermino le migrazioni. Solo che nel mare non si possono fare le frontiere, come sta facendo mezza Europa dove non si passa più. Per questo aumentano i tentativi disperati di passare via mare, non esiste la possibilità di dissuadere queste persone con misure più stringenti».Perché?«Di fronte a un genocidio scappi e se ti trovi in un lager fai di tutto per scappare. Dobbiamo capire il fenomeno, è come quando emigrano gli animali: non li fermi, è bene che queste persone se ne rendano conto. Nel silenzio delle loro camerette, visto che si attardano con il karaoke, riflettano: ci sono due temi distinti. Uno è il tema degli arrivi di migranti, che devono essere distribuiti con responsabilità in tutti i Paesi europei. Il secondo è il tema del soccorso, che tocca a chi è lì. Poi c’è il famigerato accordo di Dublino che Berlusconi ha firmato e che scarica tutto sulle spalle dei Paesi costieri. Bisogna che i governi, non importa di che colore, vadano in Europa a chiedere una carta nuova che stabilisca le quote e anche i costi vivi del soccorso».Parla delle Ong?«Quando c’era Mare nostrum le Ong non c’erano, ci pensava la Guardia costiera e ci furono tragedie anche allora. A quel tempo Meloni chiese la messa in accusa di Renzi per procurata strage, altro che sciacallaggio. C’è una legge suprema che va rispettata sempre: i naufraghi vanno soccorsi e fatti sbarcare nel primo porto sicuro, non a 1.500 chilometri di distanza. Non so perché questo governo vuole essere ricordato così, è un ricordo orrendo che li accompagnerà nei libri di storia».