Il Messaggero, 14 marzo 2023
La calciatrice Deborah Salvatori Rinaldi ha il tumore
L’ultimo gol lo ha segnato a dicembre, contro la Chievo Verona, e con quella palla in rete la Ternana Women si è portata a casa la vittoria, ma il campionato della vita lo sta giocando adesso. Non da sola, perché per arrivare a certi traguardi ci vuole la bravura dei medici, ma anche il “tifo” dagli spalti dell’affetto, dell’amicizia e della solidarietà può fare la differenza. L’ultima volta che ha sorriso era vestita da clown e stava per festeggiare il carnevale, poi il mondo le è crollato addosso. Lei, però, ha reagito.
Deborah Salvatori Rinaldi, 31 anni, è l’attaccante della squadra rossoverde. Tre mesi dopo il suo ultimo gol, era su un letto d’ospedale. Il primo marzo l’attaccante rossoverde, infatti, ha giocato la sua partita contro il tumore che l’ha costretta a sottoporsi ad un intervento di «resezione endoscopica con svuotamento dei seni paranasali monolaterale». Tumore al naso. L’operazione è riuscita ed ora è in convalescenza. E già questa è una buona notizia. L’altra gliel’ha portata il vicepresidente della Ternana, Paolo Tagliavento: anziché sospendere il contratto per malattia, la Ternana di Stefano Bandecchi, le ha regalato il prolungamento del contratto. Ecco una storia di sport e salute dove i valori, per fortuna, vincono rispetto alla ricerca del mero risultato agonistico, dove la Genkidama – come dice la stessa calciatrice – la sfera di Dragon Ball che racchiude tutte le forme di vita, viene lanciata dall’atleta contro l’avversario, in questo caso il tumore, per annientarlo.
SUPEREROI
E lei, appena dimessa dall’ospedale e prima di raggiungere casa, ringrazia come nella canzone sanremese di Mr Rain i Supereroi, perché nei momenti di difficoltà farsi aiutare richiede forza e coraggio. Deborah nasce a Penne, comune in provincia di Pescara, 31 anni fa. Fin da piccola ha la passione per il calcio, passione che le consentirà di crescere professionalmente, accumulando esperienze pure nel Campionato statunitense, uno dei più importanti al mondo, per poi aggiudicarsi, una volta rientrata in Italia, uno scudetto e una coppa Italia con la Fiorentina. In estate è stata ingaggiata dalla Ternana. Poi a febbraio il risultato delle analisi a cui si era sottoposta: “Maligno”. «Quel pomeriggio, il vestito da pagliaccio che aveva messo il giorno prima, non l’ha mai indossato. Quel giorno tante cose sono cambiate. Quel giorno mi hanno chiamato e mi hanno detto “maligno"».
FORZA DI VOLONTÀ
Una diagnosi che cambia la vita. A cui lei ha risposto con la forza di un’atleta. Così il giorno dopo la diagnosi era a Terni per allenarsi e per socializzare alle proprie compagne di squadra ciò che le stava accadendo: «Quella mattina – scrive su Instagram – ho parlato dentro lo spogliatoio. Avevo iniziato l’anno tenendo un discorso alla squadra sulla riconoscenza. Ho terminato il mio anno agonistico parlando della stessa cosa, ma questa volta le parole erano più pesanti. Stavo lasciando la nave per correre sulla scialuppa. Andare al campo non è stato un atto di coraggio o un voler coprire le mie emozioni. Semplicemente quella era l’unica routine che conoscevo. Tutti i giorni per diciannove anni ho messo gli scarpini e ho vissuto la vita mi sono scelta con dedizione. Tante volte noi sportivi ci alleniamo con i dolori, capita anche di aver poca voglia Ma ci alleniamo. L’unica cosa che sarei riuscita a fare per inerzia sarebbe stata questa. Giocare a calcio. Non è solo un gioco per me, è anche il mio lavoro e questo lavoro è sia fisico che emotivo».
IL RINNOVO
Quella stessa mattina Tagliavento, ex arbitro internazionale di calcio, ed Isabella Cardone responsabile del settore femminile, erano nello spogliatoio ad ascoltare quelle parole, ma con il rinnovo del contratto in mano: «La Ternana mi ha fatto piangere. Quel giorno abbiamo pianto tutti, ma poi, quei tutti, mi hanno sollevato al cielo e mi hanno ricordato che io ad operarmi non ci sarei andata da sola». Tra le prime a prodigarsi Alessandra Favoriti, medico della squadra, che segue anche la nazionale azzurra di pallavolo, che mette in contatto Deborah con Lino Di Rienzo Businco, Responsabile otorinolaringoiatria Istituto medicina e scienza dello sport Coni di Roma. L’operazione, eseguita dal professor Maurizio Bignami, Direttore della Uoc di otorinolaringoiatria presso l’Ospedale Sant’Anna di Como, si è svolta senza complicazioni. «L’operazione è andata bene – prosegue Deborah – Per trentuno anni ho disegnato il mio capolavoro, ma poi un “mostro” mi ha bruciato la tela. Non sarà mai uguale, ma con un bel respiro, alti e bassi, le persone che mi amano e la medicina, andremo a comprare un’altra tela per ricominciare daccapo». Dipingendo, magari, i supereroi di questa storia.