Corriere della Sera, 12 marzo 2023
Ai giovani il porno fa male
Il porno fa male agli adolescenti. E fa male principalmente perché induce un’ansia da prestazione immotivata e pericolosa. Se non credete alle evidenze scientifiche raccolte non molto tempo fa da Milena Gabanelli e da Simona Ravizza su questo giornale, allora credete a Rocco Siffredi, che in materia è piuttosto esperto. Ci siamo trovati qualche giorno fa sullo stesso treno da Ancona a Milano. Era orgoglioso ed emozionato per la serie tv sulla sua vita che ha come protagonista Alessandro Borghi. «Lorenzo Mieli ha detto che è la più bella tra quelle uscite su Netflix negli ultimi dieci anni», ha chiosato felice. Abbiamo parlato del suo lavoro, di come è cambiato da quando c’è la piattaforma online Onlyfans (lui dice che lì non c’è alcun controllo, che stanno ritornando malattie sparite da tempo come la sifilide, che nel mondo cinematografico di settore gli accertamenti sanitari sono severissimi, lui stesso per i suoi film si affida a un laboratorio analisi di fiducia e rifiuta sempre i certificati medici inviati via mail dagli attori, perché potrebbero essere manipolati). Gli ho chiesto se va mai nelle scuole. Ha risposto che riceve almeno due inviti al mese, ma poi non se ne fa nulla perché qualche prof o i genitori si oppongono. L’ultima volta era tutto a posto, aveva parlato con la dirigente scolastica per accertarsi che si potesse fare davvero, ma all’ultimo lei lo aveva richiamato scusandosi perché i docenti avevano chiesto di annullarlo. Che cosa direbbe lui agli studenti?, gli ho domandato. Li provocherei, ha ammesso, chiederei chi di loro vuole fare questo mestiere e, soprattutto, spiegherei che oggi quello che si vede è una finzione, che quelle prestazioni non sono reali, che gli attori si fanno «aiutare» prima di andare sul set. Ha fatto un esempio, che mi è sembrato divertente: se un ragazzino guarda un film sull’Uomo ragno o su Superman, dopo non si convince di poter volare. Lo stesso vale per questi amanti da competizione, modelli lontanissimi dalla vita reale. Lui li ha definiti «Supereroi del c...»: un po’ estremo, ma efficace. Di educazione sessuale nelle scuole si parla, inutilmente, dal 1975. Oggi, per spiegare a un’adolescente come sono fatte le tube di Falloppio, ci vuole una collana addosso a Chiara Ferragni. Forse una via di mezzo si può trovare. Magari facendoglielo incontrare, Rocco Siffredi, agli studenti. Mica li mangia.