la Repubblica, 12 marzo 2023
Ritratto di Gary Lineker
LONDRA – «Il successo non è finale, il fallimento non è fatale. È il coraggio di continuare che conta. Mai, mai, mai mollare». Gary Lineker fa di secondo nome Winston, come l’autore di queste massime, Winston Churchill. Nel 1960, papà Barry, fruttivendolo di Leicester dove Gary da bambino scaricava casse di pomodori, volle donare questo nome glorioso al suo primogenito nato il 30 novembre. Lo stesso giorno dell’ex primo ministro britannico, condottiero anti Hitler.
Comunque vada, Gary Lineker ha già vinto, dopo aver attaccato su Twitter la controversa e «terribile» nuova legge del governo Sunak contro i barconi nella Manica, «degna della Germania anni Trenta», ed esser dunque sospeso dalla Bbc.A Barnes, oasi verde e felice di West London dove vive in una magione da 5 milioni, i vicini dell’ex calciatore e oggi presentatore Bbc gli lasciano alla porta cioccolatini, una bottiglia di champagne, un biglietto: «Grazie Gary, per essere un leader anche su temi così importanti». Lineker esce a portare il cane,respinge i reporter: «No comment». Ma il suo sorriso è come ungol.
Sabato sera il direttore generale dellaBbc,Tim Davie, si fa processare dalla sua stessa rete in un’intervista. «Sono profondamente dispiaciuto per i disagi» causa boicottaggio dei colleghi solidali con Lineker, ma loda il presentatore: «È il migliore del mondo nel suo ruolo, sono certo che troveremo una soluzione». Accadrà, nei prossimi giorni. La tv pubblica e lo stesso governo vogliono fermare questo boomerang.
La Bbc,il cui presidente Richard Sharp è accusato di aver facilitato denaro all’ex premier e poi suo sponsor Boris Johnson, ha sbagliato tutto. Perché Lineker non è solo il conduttore, da un quarto di secolo, di “Match of the Day”, la “Domenica Sportiva” inglese con gli highlights del collante sociale e generazionale del Paese, la Premier League. Ex bomber di Leicester, Tottenham e Barcellona, leggenda della Nazionale con 4 gol a Italia 90, sposato dal 2009 (a Ravello) con Danielle Buy, Lineker è anche una decennale «istituzione culturale inglese» secondo lo scrittore premioNobel Kazuo Ishiguro e ora pure paladino della libertà di espressione celebrato da Sylvester Stallone ed Emma Thompson. Già, perché Lineker ha sempre parlato di diritti, nonostante la censura Bbc sulle posizioni politiche: per i migranti, contro l’odiata Brexit o le sue sciabolate contro il Qatar agli ultimi Mondiali.
Lineker ha quasi 9 milioni di follower su Twitter. Ma pure tanti nemici. Anche nella stessa Bbc, che dal referendum Brexit è sotto il fuoco di accuse incrociate di partigianeria. Sullo sfondo la “guerra culturale” lanciata da Johnson e dai tory contro la “zietta” in tv, con tanto dicanone di Stato presto revocato. Risultato: un’ossessione per l’imparzialità che ha affondato l’oggettività della Bbc. Uno dei giornalisti più importanti della tv pubblica ci dice: «Perché le regole di neutralità sui social valgono per me, e non per Gary?». Per molti altri critici, Lineker, accento e abiti posh, è l’incarnazione della sinistra radical- chic, ricca e maestrina, che «non comprende le preoccupazioni della gente». I commentatori dei tabloid godono per i 500mila telespettatori in più (effetto curiosità) di “Match of the Day” l’altro ieri, in onda senza Lineker e i colleghi in sciopero.
Sì, Lineker è straricco. È il dipendente Bbc più pagato, due milioni di euro l’anno. «Allora perché non ti porti i cari migranti a casa tua?», lo accusavano su Twitter. Fatto: due rifugiati del Pakistan accolti. Tutti muti. Lui no: «Non riusciranno a zittirmi», ha avvertito dopo lo sfogo contro la nuova legge che arresta e espelle chiunque sbarchi illegalmente dalla Manica, richiedenti asilo inclusi, «io darò sempre voce a chi non ne ha». Mesi fa, Lineker ha rivelato di esser stato vittima di razzismo da giovane, seppur bianco: «Ero un po’ più scuro degli altri». La famiglia è con lui. George, uno dei suoi quattro figli con la prima moglie Michelle Cockayne, scrive su Instagram: «Siamo tutti con babbo. Ha detto cose sacrosante. Certo che vuole tornare a “Matchof the Day”: è la sua vita. Ma non chiederà mai scusa per i suoi tweet». Fuori dalla sede Bbc c’è la statua di George Orwell: «Se libertà significa qualcosa, è dire alla gente ciò che non vuole sentirsi dire». Lineker la pensa così. Ma non chiamatelo “bad boy” o piantagrane. Gary, in 16 anni di suprema carriera da calciatore, non ha mai ricevuto nemmeno un’ammonizione. Difatti era “Mr Simpatia”. Ora, la prima “espulsione” della sua vita. Ma ha vinto ancora lui: Gary Winston Lineker.