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 2023  marzo 12 Domenica calendario

Un vittoriano in Calabria

Nel tempo della regina Vittoria (1819-1901) e di re Edoardo VII (1901-1910), numerosi scrittori e artisti inglesi sciamarono verso il Mediterraneo, spesso trascorrendovi lunghi anni della loro vita. Le motivazioni ufficiali di questi viaggi? I pellegrinaggi, la cultura e la salute naturalmente. Molti tuttavia cercavano nascosti piaceri (Oscar Wilde) e un senso di liberazione dalla ricca, borghese, grigia e industriale Inghilterra («È sublime / Questa perfetta solitudine delle terre straniere! / (…) Essere semplicemente ciò che si è scelto di essere», scrive per esempio Elizabeth Barrett Browing, non a caso sepolta nel Cimitero degli inglesi di Firenze).
Il viaggio verso Sud era un rito di passaggio, una fuga verso i confini della propria civiltà, che al tempo stesso tuttavia orientava lo sguardo verso il centro delle questioni, declinando radici, origini, essenze e fondamentali affinità.
In questa schiera uno dei viaggiatori più eccentrici fu senza dubbio George Gissing (1857-1903): povero, malato di tisi, scarsamente stimato dai suoi contemporanei (con qualche illustre eccezione, a cominciare da Virginia Woolf), è tra i primi ad esplorare la Calabria, ancora pochissimo conosciuta quando già Il Cairo era considerato un sobborgo di Londra, dove svernare tra appuntamenti mondani.
Ancor prima della partenza Gissing scopre che i meridioni sono tanti: «I miei ospiti napoletani si stupiscono della mia eccentricità e della mia folle ostinazione nell’aver deciso di intraprendere un viaggio solitario attraverso il selvaggio Sud. Del resto scopro ben presto che le loro nozioni geografiche sono approssimative (…) Inoltrarsi in un posto più a Sud di Napoli viene considerato alla stregua di una stravaganza incomprensibile. Partire per andare in Marocco o per approdare in Calabria per loro è la stessa cosa. Come posso pensare di andare d’accordo con persone la cui lingua è un dialetto barbaro? Sono consapevole che la regione è in gran parte una plaga desolata e pestilenziale?».
Gissing tuttavia non demorde dal suo proposito. Nel novembre 1897 s’imbarca a Napoli sul piroscafo diretto a Paola. Poi si affida al treno in direzione di Cosenza, Sibari e Taranto. Da qui scivola lungo la costa jonica attraverso Metaponto, Crotone, Catanzaro e Squillace, fino a Reggio Calabria.
La ferrovia jonica (dal 1875) aveva aperto nuove prospettive e avviato un lento cambiamento nella secolare arretratezza di quelle terre, ma Gissing poco si cura della nuova Italia e della questione meridionale. Anarchico e pacifista, è anche assai critico verso il ritrovato orgoglio nazionale italiano. Lo accora semmai la rapida scomparsa delle usanze e delle tradizionali fogge del vestire, che cedono il passo al «costume grigio e scolorito della nostra età civile, livellatrice e distruttiva».
Come spesso accade alla fine del viaggio conosciamo meglio il viaggiatore – con i suoi pregiudizi, aspettative, idiosincrasie – dei luoghi attraversati.
Gran parte della sua attenzione è riservata ai pochi e incerti resti della civiltà della Magna Grecia: tombe, rovine dimenticate, musei polverosi dove spesso è l’unico visitatore. Del resto confessa apertamente di voler sfuggire al presente per immergersi nuovamente «in quel mondo antico che fu il diletto e il conforto immaginario della mia infanzia».
Nelle pagine più felici del libro, la sua esistenza misera e dolorosa entra in consonanza con la vita quotidiana della povera gente: «Ascoltate un contadino calabrese che canta mentre segue i suoi buoi lungo il solco tracciato dall’aratro, o una raccoglitrice di olive mentre scuote i rami sotto i quali è china a lavorare. Quel lungo lamento musicale, quella melodia che apre al sentimento di un silenzio antico, è una dolce malinconia che consola i soprusi e una fatica sempre mal ricompensata: essa risale dal cuore stesso dell’Italia. Ma ascoltare quel canto umile e malinconico ha un potere più grande. Riesce a risvegliare la memoria di ogni essere umano. Appartiene all’umanità intera».
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Verso il Mar Ionio.
Un vittoriano al Sud
George Gissing
Exorma, pagg. 336, € 21