la Repubblica, 12 marzo 2023
Alice Rohrwacher agli Oscar
Alice Rohrwacher è il simbolo di un cinema italiano che conquista i festival e Hollywood. Il suoLe pupilleè in gara tra i corti. Alla vigilia della cerimonia ci racconta il viaggio nelle meraviglie degli Oscar.
Favino denuncia che le major danno ruoli di italiani ad attori americani in film girati da noi.
«Di sicuro è giusto che su un set si chiariscano diritti e doveri. Non solo nel cinema, ma anche negli altri campi, là dove c’è un pericolo di sfruttamento. Come scrive Elsa Morante non si può dire “il fine giustifica i mezzi”, ma “i mezzi rivelano il fine”. Usare dei mezzi che non rispettano un territorio, arrivare in un posto e non entrare in dialogo con il luogo dove si gira il film, rivela che il fine del progetto non è l’incontro, non è la necessità di conoscere e ampliare la propria visione, ma semplicemente lo sfruttamento di uno sfondo, il guadagno fine a se stesso. Sonoconvinta che le cose debbano cambiare: se guardiamo al passato, un tempo le donne erano interpretate da uomini coi vestitoni, i personaggi neri erano interpretati da bianchi con la faccia dipinta, tutte cose che ora ci sembrano ridicole».
Nel suo nuovo “La chimera” affianca attori italiani e inglesi: il protagonista è Josh O’Connor.
«Con il mio lavoro entro in una specie di simbiosi con i territori dove giro i film, lavoro sempre con interpreti locali, e nel nostro ultimo progetto, la storia di un archeologo inglese trapiantato in Italia, Josh ha dovuto imparare il dialetto di Blera. Ma il fatto che tra i 5 film candidati nella mia categoria, solo uno sia in lingua inglese, mi sembra un ottimo traguardo».
Come vive questi giorni?
«Con gioia. Sono qui con la montatrice Carlotta Cristiani, con il produttore Carlo Cresto-Dina. Alba non poteva venire, ho pensato allora alla persona più improbabile, mio padre, apicultore che vive isolato, è il regalo di compleanno».
Hollywood vista da dentro?
«Straniante. È come essere in un luogo mitico e riempirlo di umanità. Sono qui con un film nato dall’amicizia: tra me e Cuarón, tra Elsa Morante e Goffredo Fofi».
Il pranzo dei candidati?
«Una bella foto di classe, siamo qui acelebrare le individualità, insieme.
Ho parlato con Tom Cruise e Spielberg, ho rivisto Cate Blanchett dopo il premio a Cannes per Lazzaro Felice.Mi è piaciuta l’allegria di Austin Butler».
Le sue attrici vedranno la serata?
«C’è un gruppo WhatsApp in
fermento, le sveglie pronte, anche se dico loro che esserci è il premio».
Che abito indosserà?
«Ispirato al rosso della zuppa inglese agognata dalle bimbe nel film. Ho mandato la foto a Disney: “Sarà troppo?”, “Alla notte degli Oscar niente è troppo”».