la Repubblica, 12 marzo 2023
Missione Giove, l’Europa cerca la vita negli oceani delle lune
Per la sua massa, si dice sia “una stella mancata”, Giove il colosso, il gigante gassoso. La sua immagine e quella dei suoi satelliti entrò, 413 anni fa, nel cannocchiale costruito da Galileo e lo scienziato pisano riconobbe che c’era qualcosa di peculiare. Quelle luci più piccole giravano attorno al pianeta. Erano lune, come la nostra: una mannaia sul geocentrismo, la Terra non era il centro di tutto, dando ragione a Copernico, ogni pianeta era il centro di qualcosa. Ed è sperando in una nuova rivelazione che ora si punta a Giove e al suo sistema solare in miniatura.La missione dell’Agenzia spaziale europea Juice decollerà ad aprile (la finestra di lancio si apre il 13) in testa a un razzo Ariane 5, per andare a indagare se sotto la crosta gelida di quei piccoli mondi, Europa, Ganimede e Callisto, tre dei quattro satelliti “medicei” in onore a Cosimo II De’ Medici, esistano le condizioni per la vita: «Ci sono mondi oceanici sotterranei – ha spiegato Barbara Negri, responsabile Volo umano e Sperimentazione scientifica dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), negli stabilimenti di Leonardo a Campi Bisenzio per presentare il contributo italiano non dimentichiamo che la vita qui è nata proprio in fondo al mare, in prossimità di camini idrotermali, poi è emersa ed è arrivata fino alla nostra specie».Juice porta a bordo dieci strumenti di analisi scientifica, ben quattro dei quali made in Italy (un investimento di 50-55 milioni di euro, specifica Negri), possibile grazie all’Asi e alla collaborazione tra comunità scientifica e industria. Più i pannellisolari costruiti da Leonardo, i più grandi ad aver mai volato nello spazio, come un appartamento di media grandezza, per raccogliere ogni stilla di luce dove è 25 volte meno intensa rispetto alla Terra.Fa freddo, nel Sistema solare esterno, ma sotto i ghiacci tutto cambia. Anche se Giove non scalda come il Sole, la sua attrazione gravitazionale genera forze mareali che “stiracchiano” i suoi satelliti e nelle loro viscere innescano movimenti tettonici: acqua e calore fanno sperare che in quel buio profondo ci sia qualcosa respiri.Juice danzerà tra Europa, Ganimede e Callisto guidata dai pendii gravitazionali per sorvolarli uno ad uno con i suoi strumenti. Leonardo ha costruito due camere. La camera multispettrale Janus, un piccolo telescopio per fotografare con 13 filtri differenti, e lo spettrometro Majis che «acquisisce 1016 colori diversi sottolinea Giuseppe Piccioni di Inaf, co-principal investigator dello strumento – per analizzare la composizione chimica della superficie dei satelliti, che è come la loro pelle, può far traspirare quello che c’è sotto».Dagli abissi di Europa partono getti di acqua fino a 200 chilometri di altezza. Juice proverà ad analizzarli con Majis e anche a volarci dentro: «Bisognerà trovarsi nel posto giusto al momento giusto – puntualizza Piccioni – l’ideale sarà trovare molecole complesse, organiche, come gli amminoacidi», i mattoni della vita. Juice (missione il cui costo stimato da Esa è di circa 1,6 miliardi) avrà anche la capacità d i “fare a fette” questi corpi celesti. Un radar, Rime, realizzato da Thales Alenia space, arriverà come un doppler fino a nove chilometri di profondità: «Rime ci restituirà il profilo sottosuperficiale, e l’acqua ha un suo segnale particolare» spiega Lorenzo Bruzzone, dell’Università di Trento, principal investigator di Rime.Per scendere ancora di più si misura invece la gravità con lo strumento radio 3GM, sempre di Thales: «La gravità è l’unica forza che non può essere schermata da nulla – dice Luciano Iess, della Sapienza, principal investigator di 3GM – l’anomalia gravitazionale dovuta a una concentrazione di massa perturba leggermente il moto della sonda. Da Terra riusciamo a misurarne la distanzacon una precisione di 2-4 centimetri, e la velocità di 7 millesimi di millimetro al secondo. Vogliamo fare una tomografia di Ganimede, quando entreremo in orbita».Ganimede è un posto interessante: più grande persino di Plutone e di Mercurio, è l’unica luna del Sistema solare con un campo magnetico. Ma prima di arrivarci, il viaggio sarà lunghissimo. La fase di crociera durerà 8 anni circa, Juice raggiungerà Giove nel 2031: «La parte operativa fino al 2034 sarà un “tour delle lune”, Juice si muoverà tra Europa, Ganimede e Callisto – spiega Giulio Pinzan, che guiderà la sonda dal centro Esoc dell’Esa a Darmstadt – stringendo l’orbita attorno a Giove per la seconda fase, quando faremo “cadere” Juice attorno a Ganimede. Sarà il primo satellite artificiale a entrare in orbita attorno alla luna di un altro pianeta». Juice monta una placca con incise tre pagine del Sidereus Nuncius, il trattato del 1610 in cui Galileo descrisse le sue osservazioni: «Inventò un micrometro per interpretare matematicamente questa danza – racconta Giangiacomo Gandolfi, dell’Inaf, curatore della Biblioteca e archivio storico all’Osservatorio di Roma – costruì un giovilabio per riprodurre le posizioni dei satelliti, sua è stata l’idea di usare la loro posizione come un orologio per la navigazione. Per questo inventò una specie di elmo dotato di telescopio. Un fisico, ingegnere, sognatore visionario. Lo scrittore Stanley Robinson lo immaginò tra le lune ghiacciate che lui stesso aveva scoperto». Ed ecco che con questo omaggio, a bordo di Juno, ci sarà anche Galileo, finalmente in viaggio tra le sue lune.