Corriere della Sera, 12 marzo 2023
Milena Vukotic: riparto da Pirandello
La prima volta che ha interpretato «Così è (se vi pare)» di Pirandello era una ragazza, ma recitava a fianco di Rina Morelli e Paolo Stoppa.
«Fu il mio primo spettacolo importante – racconta Milena Vukotic – ed ero nel ruolo della giovane Dina. Provavo grande timore, vicino ai due mostri sacri, tutti dicevano che avevano caratteri difficili. Invece sono stata protetta da loro, in particolare da Morelli».
Ora, a 87 anni, è nel ruolo della Signora Frola, all’epoca interpretato da Morelli, con la regia di Geppy Gleijeses...
«Una finta pazza. È ambigua: all’inizio appare come una signora debole, poi la sua fragilità apparente si capovolge. Perde la testa veramente o sta mentendo? E da qui si animano tutti i fantasmi tipici pirandelliani».
A proposito di fantasmi: quello della fantozziana signora Pina, aleggia ancora?
«È un personaggio iconico. Ancora tutti mi chiamano Pina. Ma la cosa non mi pesa affatto. Paolo Villaggio aveva inventato una maschera universale. Sono stata legata a lui e alla sua famiglia da profonda amicizia e rammento ancora quella sera che andai a trovarlo a casa: suono il campanello, mi apre la cameriera che, appena mi vede, avverte a voce alta la padrona di casa, dicendo: “Signora, c’è la moglie di suo marito”».
Non si è sentita condizionata da questa maschera di moglie sottomessa, un po’ bruttina?
«Che non fossi una bellezza me lo fece notare, a suo tempo, Renato Castellani, quando gli dissi che volevo fare cinema. Mi disse: per apparire sul grande schermo ci sono due regole: prestanza fisica, tipo Gina Lollobrigida, oppure una forte personalità, tipo Anna Magnani, e tu non hai né l’una, né l’altra».
Non proprio gentile: lei ci rimase male?
«Per niente. Inoltre, un po’ di anni dopo, proprio Castellani mi volle nel ruolo della Contessa Maffei nello sceneggiato televisivo sulla vita di Giuseppe Verdi e mi faceva un sacco di complimenti. Comunque era vero: sul grande schermo non ho mai avuto grandi ruoli, mi sono capitati piuttosto quelli da caratterista».
Non avrà avuto grandi ruoli, ma è stata diretta dai più grandi registi, tra i quali Federico Fellini.
«All’epoca facevo ancora la danzatrice classica in giro per il mondo e, mentre mi trovavo a Parigi, vidi il suo film “La strada”: una folgorazione, sentii il bisogno di tornare a Roma per cercare di incontrarlo. Non ricordo chi, mi fece avere una lettera di presentazione, ma Federico non mi dette neanche il tempo di consegnargliela: mi accolse subito e poi mi affidò piccoli personaggi nei suoi film».
E poi Luis Buñuel...
«Con Don Luis, ho girato tre film. Mentre lavoravamo insieme, comprai un libro su di lui e volevo chiedergli una sua dedica, ma non avevo il coraggio. Una notte faccio uno strano sogno in cui lui mi firmava il libro, scrivendo: noi siamo tutti uomini liberi. Il giorno dopo gli racconto il sogno. Lui mi guarda stupito e ribatte: ho scritto una frase così? Dovevo essere completamente ubriaco! Mi firmò il libro, scrivendo: “Noi siamo tutti uomini, cosiddetti liberi” Aveva ragione: la libertà non esiste».
Però lei, Milena, si è presa la libertà di apparire nuda su Playboy...
«Una follia! Il fotografo Angelo Frontoni mi disse: tu che fai sempre la parte della brutta, ti faresti fare delle foto nuda, così ti faccio apparire bella? Accettai la proposta».