La Stampa, 12 marzo 2023
La Bbc e il caso Lineker
Peggio di un autogol, la decisione della Bbc di sospendere il più amato tra i commentatori sportivi, l’ex calciatore Gary Lineker, colpevole di aver criticato le nuove politiche di immigrazione del governo, ha aperto una crisi senza precedenti nella storia centenaria dell’emittente. “Rivolta alla Bbc”, gridava ieri uno dei giornali in prima pagina, mentre la solidarietà dei colleghi di Lineker, che uno dopo l’altro con effetto valanga si sono rifiutati di partecipare ai programmi televisivi, ha costretto l’emittente a un’imbarazzante rivoluzione del palinsesto sportivo.Ma la crisi va ben al di là della programmazione di un weekend, o della singola polemica, seppur con una leggenda del calcio come Lineker. Tocca l’essenza stessa di uno dei simboli del Paese e del suo “soft power”, l’emittente più antica del mondo, sinonimo di giornalismo indipendente e televisione di qualità. Per i capi della televisione nazionale, Lineker, criticando il governo, ha violato le regole di imparzialità; per altri, la sospensione è stata una consequenza delle pressioni dei conservatori. «Ha ceduto ai deputati Tory che si sono lamentati per Lineker», accusa il leader laburista Keir Starmer, mentre i liberal democratici chiedono le dimissioni del presidente Richard Sharp. Una petizione per la revoca della sospensione di Lineker ha raccolto in poche ore oltre 100 mila firme, e alcuni cittadini hanno minacciato di sospendere il pagamento del canone. Il premier Sunak ha detto di sperare in una risoluzione rapida, ma, ha sottolineato, non è materia per il governo.Tutto è cominciato con un tweet di Lineker, che ha paragonato la retorica usata dal governo per giustificare la stretta sull’immigrazione clandestina a quella utilizzata nella Germania nazista negli Anni 30. Parole condannate dalla ministra degli Interni e altri esponenti dei conservatori. Ma a determinare l’escalation è stata la decisione della BBC di sospendere Lineker dalla conduzione di Match of the Day, una specie di Domenica Sportiva che va in onda dagli Anni 60. La «recente attività sui social media» di Lineker è incompatibile con «gli standard di imparzialità» richiesti, ha spiegato il direttore generale Tim Davie, un conservatore che non apprezza prese di posizione pubblica da parte dello staff.Lineker è un avversario di tutto rispetto: 62 anni, ex capitano della nazionale, famoso per non aver mai ricevuto un cartellino giallo, oggi è la star più pagata della Bbc. E non è nuovo a polemiche: si era già schierato contro la Brexit ed è intervenuto altre volte sul tema di diritti umani.La BBC di pressioni ne ha subite spesso, da governi di destra e di sinistra. Il problema in questo caso è la percezione di non aver mantenuto la schiena dritta. E la perdita di credibilità subita negli ultimi tempi. Il presidente è invischiato da mesi in una polemica sui contatti con i Tory, in particolare con Boris Johnson: Sharp, ex banchiere, ha agevolato un prestito ingente all’ex primo ministro; poche settimane più tardi, è stato scelto come nuovo presidente. Una circostanza che, nel mezzo di una polemica sull’imparzialità di un ex calciatore, ha scatenato l’accusa di ipocrisia.Periodicamente accusata di essere troppo di destra o troppo di sinistra a seconda di chi la guarda, ultimamente la BBC è stata criticata per essere stata troppo morbida nel segnalare l’impatto della Brexit sull’economia. Di contro il governo di Johnson aveva minacciato di revocare il canone che la sovvenziona, considerandola troppo “politically correct” e “woke”.Più recentemente, secondo il Guardian, Auntie, la zietta, come è affettuosamente chiamata, avrebbe deciso di non trasmettere in TV l’ultima puntata di nuovo documentario del naturalista David Attenborough per evitare eventuali critiche dei Tory sui danni all’ambiente. Persino la famosa intervista del 1995 a Lady Diana, uno scoop mondiale in cui la principessa dichiarò «eravamo in tre in quel matrimonio», ha finito per creare imbarazzo, quando si è scoperto che Diana era stata convinta con l’inganno e che l’inchiesta interna aveva lasciato molto a disederare: due anni fa, la Bbc era stata costretta a scusarsi.Fuori dagli studi a Londra campeggia una statua di Orwell, che alla Bbc ha lavorato, e la sua massima sulla libertà, che, diceva il grande scrittore, «significa avere il diritto di dire alle persone quello che non vogliono sentire». La Bbc dovrà ora risolvere una crisi profonda che tocca proprio quella libertà di opinione difesa da Orwell.