La Stampa, 12 marzo 2023
La regola violata del Pd
Premesso che tra gli altri impegni e l’attesa spinta per il rinnovamento l’assemblea di oggi del Pd confermerà l’abolizione delle correnti (reale? formale?), la scelta di risolvere il problema del doppio voto – del partito per Bonaccini e dei gazebo per Schlein – con l’accoppiata del primo come presidente, accanto alla seconda come segretaria, servirà ad archiviare un’altra regola non scritta, e confermata con una sola eccezione. E cioè che le due cariche di vertice siano ripartite, per siglare l’unità, tra le principali componenti, post-democristiana e post-comunista. Niente che possa motivare il mugugno venuto da esponenti cattolici storici come Rosy Bindi, appunto ex presidente, e Castagnetti, ex segretario Ppi, che hanno ragioni più profonde. Ma si sa: è sempre meglio, quando una regola è abrogata, discuterne prima, per non liberare energie contrarie o lasciare interdetti.Storia alla mano – e parliamo ormai di oltre quindici anni -, infatti, i precedenti dicono che alla nascita del Pd Veltroni volle accanto a sé quasi come cofondatore Prodi, l’uomo-simbolo dell’Ulivo, ricostituendo la coppia del primo governo di centrosinistra del 1996. Prodi lascerà a marzo 2008, non volendo più impegnarsi in prima linea nella politica attiva. Dopo di lui, sarà Bindi, votata all’unanimità e subito impegnata in un faccia a faccia impegnativo con Berlusconi, a presiedere con Bersani segretario. Per lasciare il posto nel 2014 a Cuperlo, presto dimissionario, e poi a Orfini, con Renzi leader. Regola confermata con l’elezione nel 2019, accanto a Zingaretti, di Gentiloni, che deve lasciare dopo meno di un anno perché va a fare il commissario europeo agli Affari economici. E qui arriva l’eccezione che conferma la regola: Valentina Cuppi, giovane sindaca di Marzabotto proveniente dalla sinistra radicale, scelta da Zingaretti, ma presto in difficoltà con il suo nuovo ruolo, tanto da denunciare il maschilismo del partito. Le cose tornano a posto, due anni fa, con il cambio della guardia al Nazareno tra l’allora presidente della Regione Lazio ed Enrico Letta, che conferma il tandem con Cuppi. Con Bonaccini e Schlein siamo dunque alla seconda eccezione. Funzionerà? Verrà mitigata con un’accorta distribuzione di vicesegreterie? Non resta che aspettare per vedere.