Robinson, 11 marzo 2023
Leigh Bardugo intervistata dai booktoker
Campionessa di un genere la scrittrice risponde, via Robinson, alle domande di quattro dei nostri booktoker
Svelando la sua bottega narrativa e il rapporto ambivalente con i social Si è inventata un mondo, il Grishaverse, ed è diventata una delle autrici fantasy più amate dalla Generazione Z.
Leigh Bardugo, nata a Gerusalemme e cresciuta a Los Angeles, su #booktok conta su 280 milioni di visualizzazioni e i suoi libri in Italia hanno venduto più di 300mila copie. Alla vigilia della seconda stagione diTenebre e ossa, su Netflix dal 16 marzo, Bardugo si racconta a quattro booktoker appassionatissime che l’hanno intervistata in esclusiva per Robinson.
Cosa ne pensi del successo arrivato con TikTok dove sei molto amata? Che ruolo hanno i social nella vita di un autore?
«Sono profondamente grata a tutti coloro che hanno condiviso i miei libri. Non c’è niente che possa sostituire qualcuno che parla appassionatamente di un personaggio o di un momento che lo ha commosso, e so quante persone hanno scoperto il mio lavoro attraverso TikTok. Ma i social media mi fanno entrare in una sorta di trance ansiosa che penso danneggi la mia capacità di scrivere. In fondo non credo che alla gente importi davvero se sono su Instagram: a loro importa del prossimo libro!».
Nei tuoi romanzi ci sono molte protagoniste femminili forti: adoriamo vederle vincere e combattere! Zoya, Inej e Nina sono un ottimo esempio per tutte noi ragazze. Quali sono le eroine a cui sei affezionata e che ti hanno ispirato?
«I primi personaggi che mi vengono in mente sono Alanna di Tamora Pierce e Sophie de Il castello errantedi Howl di Diana Wynne Jones. Ho adorato Laurana dei libri
Dragonlance e Turtle diThe Westing Game. Rappresentano tipi di forza molto diversi e spero di aver fatto lo stesso con i miei personaggi».
Il Covid ha avuto effetti sulla tua scrittura?
«Avevo appena consegnato la prima bozza deLa legge dei lupi quando il mondo si è chiuso. Il Grishaverse è diventato una via di fuga dall’incertezza, un mondo pieno di problemi che potevo risolvere e di mostri che i miei personaggi potevano sconfiggere. Ma iniziare Hell Bentè stato incredibilmente difficile.
La parte creativa del mio cervello si era atrofizzata e, a quel punto, penso che fossimo tutti stanchi, sfiniti da quelli che si sono rivelati essere anni passati a far fronte a questa crisi. Ma so quanto sono fortunata. Ho amici che hanno perso il lavoro, che hanno dovuto affrontare il dolore per la perdita dei propri cari quando non c’era modo di condividerlo. Sono rimasta a casa mia e ho lottato con le mie storie. Mi è andata bene».
Con il Grishaverse ci regali uno dei migliori worldbuilding della moderna letteratura fantasy e “La nona casa” è una grande serie di dark academia, ci sono altri generi di cui vorresti scrivere?
«Posso dirvi che ho un progetto horror in lavorazione e attualmente sto scrivendo un fantasy storico ambientato nella Spagna rinascimentale. Sto anche lavorando a un libro illustrato con il meraviglioso artista John Picacio».
I tuoi personaggi hanno un background, corpi, traumi, disabilità, orientamenti sessuali diversi e diverse etnie. Quanto pensi che sia importante larappresentazione della diversità e che ruolo gioca nei tuoi romanzi?
«Per me è importante che tutti sentano di avere un posto nei miei libri. Non sto cercando di inviare un messaggio, voglio solo fare del mio meglio per raccontare una storia onestamente e bene, e questo significa chiarire che l’avventura, il romanticismo e la magia non appartengono a un solo tipo di persona».
Uno dei tuoi libri che ho amato di più è “Sei di corvi”. Come nasce il personaggio Kaz?
«Molto tempo fa, ho avuto un’idea per un racconto basato su un personaggio chiamato “Mani sporche”. Quel protagonista finì per essere molto diverso e quella storia divenne Little Knife che puoi trovare inThe Language of Thorns. Ma Kaz è nato da quella prima scintilla: qualcuno su cui fare affidamento per svolgere il lavoro spaventoso eimmorale che nessun altro voleva fare».
La community di booktok si allarga ogni giorno di più e molti giovani lettori si stanno avvicinando ai classici grazie ai social media. Quali libri consiglieresti?
«Dracula di Bram Stoker è favoloso e molto più strano di quanto pensassi.
L’amore ai tempi del colera di Gabriel García Márquez è uno dei miei preferiti di tutti i tempi. Frankensteindi Mary Shelley è profondamente triste e meraviglioso. Moby Dick è molto più divertente di quanto mi aspettassi. Ho letto Amatissima di Toni Morrison a scuola e ha cambiato il modo in cui pensavo a tutto. Non mi sono mai piaciuti i romanzi di Hemingway, ma amo i suoi racconti. Ed ecco la mia affermazione più controversa: non sopporto Jane Eyre».