La Stampa, 11 marzo 2023
Intervista a Francesco Bagnaia
L’unico dettaglio diverso sembra essere il numero 1 sulla sua Ducati. Pecco Bagnaia non ha atteggiamenti da star, si siede comodo sul divano del suo ufficio viaggiante nel paddock della MotoGp e sorride. Simile a tanti ragazzi della sua età, non fosse per quella polo rosso marchiata Ducati. E il fatto che sia un campione del mondo. «Direi che ho vissuto tutto normalmente – non mente -. Lo scorso anno ero contentissimo di quello che avevo raggiunto, ma ora sono già concentrato sulla nuova stagione. In questo momento è come vivere una favola però il mio pensiero è fare il bis, bisogna andare avanti».
Ha lavorato anni per raggiungere quel traguardo, le motivazioni ora sono diverse?
«Solo Valentino Rossi e Marc Marquez sono riusciti a difendere il titolo in MotoGP e io voglio fare quello che hanno fatto loro. È un lavoro ancora più difficile».
Non c’è pericolo di sentirsi appagati?
«In questo momento non lo sono. Alla fine dei conti, il mio obiettivo è vincere e continuare a vincere. Se ti siedi anche solo un secondo, sei spacciato. Quindi l’importante è avere la stessa mentalità, pensare positivo e lavorare tanto. L’anno scorso ho fatto tanti errori, ora vorrei riuscire ad avere una stagione lineare, pulita e costante».
Il successo non l’ha cambiata, ma quanto è diversa la percezione della gente nei suoi confronti?
«A livello di notorietà le cose sono cambiate, ma è una conseguenza dei risultati: è un attimo salire, come lo è scendere. Bisogna riuscire a riconfermarsi, a dimostrare che non è stato un caso».
Riesce a fare una vita normale?
«Mi fa piacere quando la gente mi ferma per strada o mentre faccio la spesa. Mi fanno i complimenti, è bello».
Però è entrato nel jet set dello sport, ha passato il Capodanno con Federica Pellegrini.
«Ci siamo conosciuti in quell’occasione e ho trovato in lei e Matteo Giunta una coppia semplicissima. Eravamo in due tavoli separati, ma li abbiamo uniti e ci siamo divertiti molto. Federica è estremamente professionale. Come me non accetta mai la sconfitta, è una caratteristica di tutti gli sportivi».
Lei e la Ducati potete aprire un ciclo?
«Lo spero. Cosa serve? Vincere ed essere costanti».
Nel 2022 ha recuperato 91 punti a Quartararo, per migliorare basta non sbagliare?
«È più semplice da dire che da fare (ride). Rimontare è stato bellissimo, ma spesso ho pensato come sarebbe stata quella stagione se non avessi commesso errori. Sarebbe stata incredibile e voglio riuscirci».
Non ha paura che in pista arrivi, come per Jacobs sui 60 metri, un Ceccarelli che la possa battere?
«Se accadrà, bisognerà affrontarlo in maniera matura e cercare di capire i motivi che hanno portato alla sconfitta per migliorarsi».
In questo 2023 la MotoGp sarà rivoluzionata con l’introduzione della sprint race in ogni gran premio. C’è qualcosa che la preoccupa?
«Non so cosa accadrà, sicuramente a livello mentale sarà più complicato, mentre penso di essere molto preparato fisicamente. Bisognerà capire fin da subito quale strategia usare nel fine settimana, la parte mentale sarà quella più importante».
Si può allenare il cervello come il corpo?
«Sì, puoi cercare di essere sempre concentrato e di portare la tua testa oltre al limite in continuazione. La stanchezza mentale potrà giocare un ruolo importante, me ne sono accorto lo scorso anno dopo il penultimo gp, in Malesia. Avevo finito le mie energie mentali, bisogna sapere gestirsi. Però, nel 2022, il mio campionato era iniziato solo dopo Assen e da quel punto in poi non potevo più sbagliare e dovevo solamente vincere».
Essere campione del mondo non significa essere costretti a vincere?
«Semmai vuol dire essere costanti e capire quando è possibile vincere e quando non lo è. Lo scorso anno avevo buttato via talmente tante gare che ero in una situazione diversa».
Bastianini, Bezzecchi, Marini, Morbidelli, lei: sarà l’Italia dopo la Spagna a dominare in MotoGp?
«È molto bello, potremmo tornare all’era di Valentino, Melandri, Biaggi e Capirossi. Fra piloti dell’Academy ci sproniamo l’uno con l’altro e questo aiuta. Enea ha forza e determinazione, non gli manca il carattere: sarà divertente e difficile stare davanti. Per me è meglio lottare contro di loro, ci conosciamo e possiamo essere schietti».
Si parla già di rivalità, le danno fastidio certi commenti?
«L’anno scorso mi è servito da lezione: io ho vinto e resto campione del mondo, mentre i commenti rimangono sui social network. Non mi interessano più tante cose».
Ha seguito la Formula 1?
«La Ferrari è partita un po’ in sordina, Leclerc ha dimostrato di essere fra i tre più forti, però ha avuto un problema tecnico. Metto Charles al livello di Verstappen, ma ora la Ferrari non è al livello della Red Bull».
E la Ducati?
«Assomiglia alla Red Bull, anche se non ha così tanto vantaggio sulle altre moto». —