La Stampa, 11 marzo 2023
Intervista a Johnny Dorelli
La data del debutto al Sistina, il tempio del musical nel cuore della capitale, è 8 dicembre 1974, da quella sera l’opera di Armando Trovajoli Aggiungi un posto a tavola, scritta da Garinei & Giovannini con Iaia Fiastri, iniziò un tour infinito, dall’Europa all’America Latina, una cavalcata di successi che Johnny Dorelli ricorda con il sorriso sulle labbra, continuando a ripetere il suo giudizio succinto sull’amico scomparso dieci anni fa: «Trovajoli? Un grande». Ispirato al romanzo di David Forrest Dopo di me il diluvio, lo spettacolo vedeva Johnny Dorelli nel ruolo di un parroco che riceveva una telefonata da Dio, accanto a lui recitavano Paolo Panelli, Bice Valori, Daniela Goggi poi sostituiti, nel tempo, da una lunga schiera di interpreti. L’ultima rappresentazione, come ricorda il catalogo che accompagna la mostra «Armando Trovajoli – Una leggenda in musica» (Gangemi Editore), risale a un anno fa e del cast ha fatto parte Gianluca Guidi, figlio di Dorelli e di Lauretta Masiero. Molto spesso l’arte, l’amore, l’amicizia e la famiglia si intrecciano formando nodi strettissimi. Sul palcoscenico di Accendiamo la lampada, altro evergreen firmato da Trovajoli, in scena per la prima volta il 30 dicembre del ’79, Dorelli era affiancato da Gloria Guida che oggi, dopo oltre 40 anni di vita insieme, è la signora gentile pronta a passargli il telefono per parlare dell’amico dei vecchi tempi: «Con Armando ci siamo incontrati per la prima volta in una casa di produzione discografica, la Kramer, e, da allora, non ci siamo più persi di vista».Che cosa ricorda di Trovajoli?«Era una persona speciale, un grande, sia come musicista che come amico. Non so come fosse con gli altri, ma con me è sempre stato fantastico. Avevamo in comune la musica, e questo ci teneva uniti, ma ci divertivamo molto anche a stare insieme, al di fuori degli impegni di lavoro».Che immagini le tornano in mente?«Quando ero a Londra per Aggiungi un posto a tavola c’era anche Armando, per seguire le prove. La cosa divertente era che durante le pause scappavamo insieme per andare a sentire le prove di un’altra commedia musicale. Eravamo due italiani all’estero, appassionati di musica, con la curiosità di sentire le cose degli altri. Di Aggiungi un posto a tavola ricordo tutto, Armando aveva in mano lo spettacolo, mi dava le correzioni, seguiva ogni cosa. All’epoca abitavo a Piazza Navona, e lui, alle 6 del mattino, veniva da me per farmi ascoltare gli inizi dei brani dello show, mettevo la sveglia e lo aspettavo».Che cosa ha cambiato «Aggiungi un posto a tavola» nella sua storia professionale?«Tutto, era uno spettacolo fantastico, che ha lasciato il segno. C’erano delle canzoni molto belle, anche fra quelle meno conosciute, per esempio Notte da non dormire, mi affascinava tantissimo ascoltarla e interpretarla».Pensa che il cinema abbia dato a Trovajoli tutte le occasioni che meritava?«No, penso che avrebbe dovuto avere di più, non solo nel cinema, ma in tutto quello che faceva. Di persone come lui non ne ho più trovate. L’unico autore che mi sento di avvicinare a Trovajoli è stato Ennio Morricone, straordinario».Che carattere aveva?«L’amicizia con Trovajoli era difficile, non era uguale con tutti, direi che era un uomo abbastanza chiuso, anche se sempre aperto e disponibile nei confronti di musicisti e cantanti, a patto che li stimasse».Che cosa segue della musica che si fa oggi e di che cosa sente la mancanza?«È cambiato tutto, le canzoni si fanno in modo diverso, ma di musicisti c’è sempre bisogno, ce ne fossero altri come Trovajoli… Quanto a me, direi che forse sono un po’ fuori moda, non mi so adattare alla musica di questo tempo. Nel mondo dei giovani, bravi o non bravi, io non entro, e non è perché non mi va, forse è solo che non sono adatto. Le musiche di adesso sono tutte diverse. Ci sono tante trasmissioni in cui la musica imperversa, ma non mi ci ritrovo. Sono legato a un altro tipo di melodie, amo la musica americana dei grandi autori, per esempio Cole Porter. Difficile trovare oggi musicisti di quel calibro».Con Trovajoli è rimasto in contatto anche quando non lavoravate più insieme?«Sì, abitava fuori Roma, lo andavo a trovare, conoscevo bene anche la moglie, parlavamo di musica e di tante cose. Ci si divertiva, era un uomo spiritoso, e anche simpatico, quando voleva esserlo. Non dimentichiamo che Trovajoli era anche un grande pianista, con me si lasciava andare».Non la vediamo in scena da tanto tempo, potrebbe decidere di riapparire o almeno di farsi ri-ascoltare?«Lo farò, lo farò». —