Corriere della Sera, 11 marzo 2023
Bologna fa sparire i patrioti
La città più progressista d’Italia, il copyright è del sindaco Matteo Lepore, prova a riscrivere la storia almeno nella toponomastica: il Comune di Bologna ha deciso di uniformare i sottotitoli dei toponimi cittadini dedicati agli uomini e alle donne che fecero la Resistenza lasciando solo i termini «partigiano» o «partigiana» e togliendo tutte le altre denominazioni a partire dal termine «patriota». La motivazione ufficiale è che c’era bisogno di uniformità ma è chiaro che dietro c’è il tentativo maldestro di eliminare una parola, patriota, che oggi è utilizzata, a volte strumentalizzata, dai militanti di Fratelli d’Italia. È lo spirito del tempo: sui social ci sono parlamentari di FdI che postano la foto di Meloni augurando «una buona giornata ai patrioti» ma la risposta non sta nel cancellare la parola sotto i nomi di chi ha combattuto il nazifascismo. Anche perché, per dirla con lo storico Luca Alessandrini, la parola ha radici profonde nella sinistra risorgimentale e magari sarebbe utile ricordare che la rivista dell’Anpi si chiama Patria indipendente. Ai tempi in cui governava il sindaco Guazzaloca circolava una battuta: «Quando non hai progetti da approvare in giunta, cambia i nomi alle vie, se ne discuterà per mesi». Non è questo il caso di Lepore, ma per diventare la città più progressista d’Italia non serve pasticciare con la storia.