Il Messaggero, 11 marzo 2023
Pnrr, Comuni del Sud senza personale specializzato
I Comuni del Sud partecipano ai bandi del Pnrr: quelli con meno di 30 mila abitanti lo fanno persino con maggiore assiduità rispetto alla media italiana. Però se ne aggiudicano meno. Se poi si guardano i numeri del recente passato, emerge un’ulteriore conferma delle criticità: gli enti meridionali impiegano quasi tre anni per completare un’infrastruttura sociale (come ad esempio una scuola, un parco, un impianto sportivo): sono nove mesi in più rispetto alla media italiana e un anno e mezzo in più rispetto ai Comuni del Nord-Ovest. Le difficoltà dipendono in larga parte dall’indisponibilità di personale specializzato in grado di gestire le varie fasi dei lavori e portare a termine i progetti.
LE DISTANZE
Il quadro emerge da una ricerca appena pubblicata da Svimez (Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno). In un contesto in cui i tempi complessivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza appaiono in discussione restano più accentuate le difficoltà delle Regioni meridionali, che in realtà dovrebbero usare questa opportunità per accorciare le distanze. I problemi si manifestano in modo particolare proprio sulle opere di media dimensione, quelle che prevedono investimenti che vanno da 150 mila euro a un milione. Dove nascono i ritardi? Soprattutto nelle fasi iniziali di affidamento dei lavori, che risultano rallentate dal fattore umano, ovvero dalla carenza di personale tecnico specializzato. I divari si accumulano già in partenza, visto che per completare la fase di pre-affidamento le amministrazioni meridionali impiegano mediamente oltre undici mesi, contro i sette del Centro, i sei e mezzodel Nord-Est e i quattro e mezzo del Nord-Ovest. Tempi più lunghi al Sud anche per l’affidamento e la durata dei cantieri, mentre le cose migliorano un po’ nella fase conclusiva. Un indicatore molto utile è quello che deriva dal confronto tra i tempi previsti nella fase di affidamento e quelli effettivamente impiegati. Complessivamente nei territori meridionali il ritardo registrato è di 251 giorni (ovvero otto mesi) di cui 135 dovuti all’esecuzione e 116 alla conclusione. Valore che si rivela più che doppio rispetto alla media nazionale che è di 122 giorni. Questa situazione è collegata al mancato ricambio di personale, che ha impedito alle amministrazioni di dotarsi delle competenze necessarie. Lo dimostra anche l’analisi per età e titolo di studio: la percentuale di dipendenti under 40 negli enti locali è solo del 4,8% nel Mezzogiorno, contro il 10,2% nel Centro-Nord; solo il 21,2% dei lavoratori comunali del Mezzogiorno è laureato (28,9% nel Centro-Nord). A queste carenze il governo vuole porre rimedio in prima battuta con la stabilizzazione dei tecnici che erano stati assunti a tempo determinato, proprio per supportare le amministrazioni locali (ma anche quelle centrali) nell’approccio al Pnrr. Più in dettaglio, da una rilevazione fatta da Svimez alla fine dello scorso anno emerge che a livello nazionale il 98% dei Comuni intervistati ha partecipato ad almeno un bando del Pnrr. Circa l’85% di questi è riuscita a vincerne almeno uno. In caso di mancata partecipazione le principali motivazioni indicate sono la complessità dei bandi e le scadenze stringenti. Ai bandi partecipano in misura maggiore i Comuni più grandi e questo riguarda tutto il territorio nazionale. Nelle Regioni meridionali però c’è una partecipazione mediamente più alta rispetto alle altre aree del Paese tra i Comuni con meno di 30.000 abitanti, a cui corrisponde un tasso di aggiudicazione più basso. Al contrario quelli più grandi sono meno presenti ma riescono a vincere di più.