la Repubblica, 9 marzo 2023
Il venditore automatico di libri
AGenova in via XX settembre c’è un distributore automatico di libri. Come quelli di bibite e merendine nelle stazioni e negli uffici, solo più grande. Una casetta con la forma di un’edicola, i libri coi numeri sotto: selezionare prodotto, pagare con la carta di credito, ritirare prodotto. Pick up your book.Non ne avevo mai visto uno prima, mi sono fermata. I titoli sono i più venduti del momento e qualche guida.Davanti alla libreria self service ce n’è un’altra, classica, con il libraio e tutto. Libraio gentilissimo, ridente. È sua anche quella? Ho domandato. “Sì certo, l’ho aperta a novembre.Metti che c’è qualcuno che ha bisogno di un libro la sera tardi, la notte, di domenica, ho pensato”.Ha detto proprio: qualcuno che ha bisogno.Come le è venuta l’idea? Ne ha viste altre? “No, no. Credo proprio che sia l’unica, non ne conosco altre. Ho pensato: ci sono distributori di sigarette, di bottigliette, di panini. Perché non di libri”.Giusto. Ma funziona? Non in senso tecnico, dico: commercialmente. “Guardi non mi lamento. Da fine novembre ai primi di gennaio è andata bene”. Tipo? “Oltre le aspettative. Immagino che si siano fermati soprattutto i turisti, persone di passaggio che stanno ripartendo e hanno bisogno di un libro”. Ha detto di nuovo bisogno.Ma i turisti leggono libri in italiano? “Beh, sì. I turisti italiani”. Giusto, scusi. E poi cosa è successo a gennaio? “Non lo so. Da metà gennaio è andata peggio e a febbraio male: non abbiamo venduto quasi niente”. Da cosa può dipendere?“Non capisco. Sarà febbraio, forse”. Dice che è un mese in cui c’è meno urgenza di libri? “Può essere, meno bisogno”, ha detto per la terza volta il libraio dei sogni, delle nostre speranze.