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 2023  marzo 09 Giovedì calendario

La mamma della Black Mafia

Quando è scesa dall’aereo a Ciampino, così alta e impacciata nella sua tunica africana, scortata stretta da due agenti della polizia, uno faceva persino fatica a capire che cosa ci facesse lì in mezzo. I capelli neri e fluenti le coprivano tutta la schiena. Zoppicava e l’hanno dovuta mettere su una sedia a rotelle. Ma Momy, come la chiamano, non è una qualunque. È una delle cento persone più ricercate al mondo. Si chiama Jeff Joy. E l’Italia le dava la caccia dal 2010.Alla fine il questore di Ancona, Cesare Capocasa, e il capo della Squadra Mobile, Carlo Pinto, hanno vinto la loro battaglia, cominciata nel 2006, quando una giovane prostituta nigeriana si era coraggiosamente ribellata alla schiavitù e alle minacce tribali della Black Mafia, denunciando la Madame che gestiva il traffico della prostituzione, questa signora dalle maniere apparentemente garbate che si nascondeva sotto varie identità: Jeff Joy, alias Omoruy Chrity, detta Momy, nata il 12 aprile 1975. Nel 2013 era stata condannata a 13 anni di carcere per associazione a delinquere, tratta degli esseri umani e sfruttamento della prostituzione, ma lei ormai si era già eclissata da tre anni, sparendo dai radar della polizia italiana. Da allora, Momy è diventata una delle cento persone più ricercate del mondo, una donna che ha scalato le gerarchie del potere all’interno di un’organizzazione criminale dalle regole molto rigide e dalle strutture verticistiche, per alcuni aspetti simili a quelle della ‘ndrangheta, fondata su omertà e timore diffuso negli adepti esercitato anche attraverso antichi riti tribali e violenze spietate. Momy è stata arrestata in Nigeria il 4 giugno del 2022 dal Department of State Services in esecuzione di una «red notice» emessa dall’Italia, operazione complessa, perché la Black Mafia gode in patria, per motivi storici, di grandi appoggi e coperture a tutti i livelli.La giovane prostituta che si era ribellata alle sue leggi feroci aveva sollevato per la prima volta un velo sulla mafia nigeriana. Aveva raccontato nei dettagli come vengono reclutate e schiavizzate le ragazze come lei: pagano loro il viaggio per arrivare in Europa, con una cifra inarrivabile considerando le loro misere condizioni economiche, e sono costrette a restituire quei soldi mercificando il loro corpo. Dopo una iniziazione voodoo, che prevede anche le minacce ai familiari, danno loro i vestiti e le buttano sulla strada. Quello che non tutti sanno è che la Black mafia si forma nella società alta del Paese, composta da persone con un elevato grado di istruzione. Nasce negli Anni 80, in seguito alla crisi del petrolio, che aveva portato i gruppi dirigenti a cercare l’appoggio della criminalità per mantenere i propri privilegi. In cambio, ottengono la protezione necessaria per poter svolgere indisturbati i loro traffici, contando sull’appoggio di una parte del mondo politico, oltre che sullo scarso controllo dello Stato. Si espandono in quasi tutti i Paesi dell’Europa, e gestiscono oltre al traffico di eroina e cocaina, l’accattonaggio e la prostituzione. I vertici sono in genere maschili per le attività di narcotraffico e le truffe telematiche, femminili per lo sfruttamento della schiavitù sessuale. In genere la figura della Madame è molto spesso, come nel caso di Jeff Joy, una ex prostituta che riesce a passare dall’altra parte della barricata, o immigrate con regolari permessi di soggiorno che si adoperano come corrieri della droga conquistando la fiducia dei boss. Jeff Joy ha scalato le gerarchie partendo dal basso. Quando viene denunciata dalla giovane ribelle, lei è a capo di una vasta zona della Riviera adriatica, che parte da Rimini e attraversa le coste marchigiane. Dietro quell’apparenza persino signorile con cui si presenta, viene descritta come una donna dura e spietata.D’altro canto questi sono i tratti caratteristici della mafia nigeriana, fondata da persone colte e dalle buone maniere che usano i mezzi e i metodi più terribili per imporre la loro volontà. Per questo forse è stata così a lungo sottovalutata. Prima di farsi largo in Italia ha stretto alleanze con la mafia e la ’ndrangheta. A Palermo, nel quartiere storico di Ballarò, ha gestito lo spaccio e la prostituzione sotto la guida di Giuseppe Di Giacomo, boss del clan Portanuova ucciso nel 2014. E in Campania, invece, in alcune zone ha finito persino per prendere il posto dei casalesi quando questi hanno cominciato a essere colpiti seriamente dalle indagini di polizia. Adesso i maggiori alleati della Black Mafia sono cinesi e albanesi. E tanto per capire com’è cambiato il loro ruolo all’interno delle organizzazioni criminali, basti sapere che oggi per portare la droga nel nostro Paese utilizzano anche corrieri italiani, nuovi soldati della mala, remunerandoli con tremila euro per ogni trasporto.Per tutti questi motivi, l’arrivo di Jeff Joy in Italia è il frutto di una grande operazione diplomatica e di intelligence, seguita passo a passo dal servizio Centrale per la cooperazione internazionale di Polizia, e dalla sua Direzione centrale, guidata dal prefetto Vittorio Rizzi. Momy che scende dall’aereo a Ciampino è un capitolo che si chiude. E ce n’è voluto del tempo. Ma il bello è che questo adesso potrebbe diventare l’inizio di un’altra storia. —