Avvenire, 9 marzo 2023
Il demonio è come il mafioso
Il demonio come il mafioso: illude di dare un beneficio ma, a tempo opportuno, il pagamento del debito avrà un prezzo altissimo. L’accostamento forte tra i modi della criminalità organizzata e l’azione del demonio nella vita dell’uomo arriva dalla Sicilia: è frutto di una riflessione consegnata agli esorcisti dell’isola da fra Benigno Palilla, loro storico formatore per conto della Conferenza episcopale siciliana, nel corso dell’annuale incontro di formazione di quanti, nelle diciotto diocesi siciliane, hanno incarico di scacciare i demoni.
Per fra Benigno «rivolgersi a fattucchieri e maghi, quelli veri, avvicinarsi all’occulto, aprire spiragli di contatto con il demonio è un rischio altissimo perché il diavolo è felice di far credere di avere aiutato qualcuno che invece di rivolgersi a Cristo si inginocchia dinanzi a lui. Non ci si rende conto – aggiunge il religioso – di essere entrati in contatto con il demonio, non si vede il male profondo e terribile che questo nasconde. Si verifica quello che avviene anche con la mafia: si può andare da un mafioso, chiedere e, magari, avere lì per lì il beneficio che si desidera, ma in seguito sarà chiesto il prezzo di quanto avuto e si pagherà amaramente. Si crea un legame, è un rischio davvero grosso».
L’appuntamento annuale di formazione che si è svolto la scorsa settimana a Mascalucia (Catania) ha riunito cinquanta esorcisti, quattro vescovi, e ancora diaconi e una decina di laici impegnati a vario titolo nelle équipe di pastorale esorcistica.
I tre giorni di lavoro sono trascorsi tra studio, approfondimenti, testimonianze e diversi momenti di preghiera personale e comunitaria. Il tema principale ha riguardato Aleister Crowley, scrittore, pensatore, occultista britannico ritenuto personaggio chiave nella storia dell’esoterismo moderno che, negli anni ’20, soggiornò a Cefalù insieme ai suoi adepti. «La sua opera ha condizionato la nostra società: abbiamo voluto analizzare la situazione attuale – spiega ancora fra Benigno – e comprendere come difenderci». Ad affrontarlo, approfondendo quanto rimane della sua oscura opera di satanista in terra di Sicilia, è stato padre Francesco Bamonte, presidente dell’Associazione internazionale esorcisti (Aie).
L’attenzione degli esorcisti di Sicilia, però, non è rivolta soltanto a come contrastare l’opera del maligno: «Il nostro è un ministero di consolazione, che canta la misericordia di Dio – dice fra Benigno –, che libera i figli del Signore dall’azione perversa del maligno. Potrebbe essere addirittura definito un ministero di gioia perché la certezza dell’amore del Signore che rimane nel cuore di chi ne ha conosciuto la potenza liberatoria supera grandemente il dolore di avere sperimentato l’inferno».
Ed è in questa chiave di lettura che si colloca la decisione dei vescovi di Sicilia di trasformare quello che da quasi venti anni è l’”Istituto Giovanni Paolo II per la formazione degli esorcisti” in un “Servizio regionale per la pastorale esorcistica”. «Finora nella pastorale regionale ci si era occupati di coloro che soffrono a causa di malattie fisiche o psichiche – dice fra Benigno – e non era contemplata la sofferenza di chi è vittima dell’azione straordinaria del diavolo. Adesso invece abbiamo anche un servizio che riguarda coloro che soffrono a causa di una azione straordinaria del demonio». Il cambiamento non è soltanto una formalità, ma modifica, per la prima volta in Italia, anche l’azione degli esorcisti: «Il Servizio – dice il religioso dei frati minori rinnovati – non farà solo formazione, ma allargherà la nostra azione al campo della pastorale che ci è specifica”. La proposta è contenuta in un vero e proprio statuto di Pastorale esorcistica che è in queste ore al vaglio dei vescovi di Sicilia riuniti in sessione di lavoro.