Avvenire, 8 marzo 2023
Una dedica di Eliot alla moglie
Capita a volte che la dedica a qualcuno di un’opera abbia un valore tale da diventare opera d’arte essa stessa. Non è questa la sede per ripercorre le dediche più belle, ma una va recuperata in occasione dell’8 marzo, perché scritta con parole tenerissime per la propria moglie da un grande della letteratura contemporanea, Thomas Stearns Eliot (1888-1965) e riferibile a ogni donna. A dedication to my wife, Dedica per mia moglie venne scritta nel 1959 per la seconda moglie del poeta (vedovo, reduce da un precedente disastroso matrimonio con una moglie afflitta da problemi mentali, morta anni prima in una struttura psichiatrica); la seconda, Valerie, era giovane avendo, nel ’59, 33 anni, mentre Eliot ne aveva 71; dopo la morte di lui nel 1965 diverrà curatrice delle sue opere, morendo nel 2012 a 86 anni.
T.S. Eliot era già circondato nel ’59 da una immensa fama internazionale e nel ‘48 era stato insignito del premio Nobel per la letteratura. La dedica nacque da un grumo di parole scritte per Valerie in occasione di un’opera teatrale che stava per pubblicare, ma risultò talmente bella che a Eliot venne da più parti chiesto di allungarla; lui accettò e creò questa poesia destinata a diventare famosa nel mondo anglosassone, tempestando le cartine dei cioccolatini, i Valentine (i biglietti per san Valentino) o accompagnando i regali di coppia per gli anniversari. Eccone il testo: «A te, cui devo la palpitante gioia / che tiene desti i miei sensi nel tempo della veglia / e il ritmo che governa la quiete del nostro comune/ tempo del sonno;/ il respirare all’unisono/ di amanti i cui corpi sanno l’uno dell’altro;/ che pensano gli stessi pensieri senza bisogno / di parlare/ e si sussurrano le parole uguali senza bisogno/ di significato. / Nessun rabbioso vento invernale raffredderà/ e nessuna arida arsura tropicale disseccherà/ le rose del roseto che è nostro e solo nostro. / Questa dedica è l’unica cosa che scrivo per farla leggere ad altri: / è fatta di parole private, spedite in pubblico al tuo indirizzo».
Sono frasi – attraversate da intimità, eros e complicità contro il mondo – da rivolgere a ogni donna in occasione dell’8 marzo, ma con due particolari dediche... della dedica stessa: la prima a ogni donna sola, che non abbia più, o non abbia avuto mai, un compagno che le facesse una dedica; la seconda ad ogni donna che un compagno ce l’ha, ma l’idea di una dedica da parte di lui ha dovuto da tanto di quel tempo abbandonarla, da non ricordarsi più neppure in quale soffitta mentale l’abbia riposta, tra le romanticherie divenute impensabili nella sua vita.