Il Messaggero, 8 marzo 2023
I 20 lavori a rischio con l’intelligenza artificiale
Può il ruolo di un professore essere svolto da un’intelligenza artificiale? Può una diatriba legale essere risolta da una macchina? Sono domande che non riguardano più un futuro fantascientifico, così ben raccontato da certa letteratura o cinematografia. Secondo quanto rivelato da uno studio guidato dalla Princeton University, infatti, ci sono ben venti professioni che al momento sono interamente condotte da esseri umani e che potrebbero invece essere soppiantate da algoritmi molto sofisticati. Nella ricerca intitolata «In che modo i language modeler come ChatGPT influenzeranno le occupazioni e le industrie?» condotta da Ed Felten di Princeton, Manav Raj dell’Università della Pennsylvania e Robert Seamans della New York University, sono risultate a rischio “estinzione” professioni insospettabili e per lo più umanistiche, quindi legate non a un mondo matematico e bidimensionale, fatto di codici e di sequenze, ma a quello del pensiero, multidimensionale, dove l’elemento umano è da sempre ritenuto essenziale. «Si vedrà che le principali occupazioni esposte alla modellazione linguistica includono operatori di telemarketing e una varietà di insegnanti post-secondari come lingua e letteratura inglese, lingua e letteratura straniera e insegnanti di storia si legge nell’introduzione della ricerca – Troviamo che i principali settori esposti ai progressi nella modellazione linguistica sono i servizi legali e gli investimenti». «Le conseguenze dell’intelligenza artificiale sul mondo del lavoro avranno tante sfaccettature. In alcuni casi, l’AI potrà sostituire il lavoro precedentemente svolto dall’essere umano, in altri invece potrà essere complementare», si legge nello studio. La ricerca è stata condotta incrociando dieci applicazioni di intelligenza artificiale tra cui per esempio giochi di strategia, videogiochi in tempo reale, riconoscimento facciale, lettura, comprensione di un testo e traduzione – con 52 abilità umane, per valutare eventuali legami.
I RISULTATI
Il risultato ha quindi mostrato una lista di professioni che potrebbero essere sostituite dall’intelligenza artificiale. Tra queste ci sono gli insegnanti di lingua e letteratura, di storia, di legge e perfino di religione e filosofia. Anche quelli di scienze politiche o di sociologia rischiano in futuro, così come quelli di psicologia. E poi ancora i giudici e gli avvocati, ma anche gli psicologi, i consulenti clinici e i mediatori. In cima alla lista ci sono invece gli operatori di telemarketing, una mansione che tuttavia è già spesso affidata alla tecnologia attraverso i cosiddetti chatbot o assistenti virtuali. Spotify e Mastercard sono solo alcune delle aziende che usano questi sistemi da tempo per gestire al meglio le richieste di supporto dai loro clienti. A stupire, invece, è la presenza in questo gruppo di ruoli legati all’educazione che, si legge nello studio, saranno maggiormente colpiti rispetto ad altri lavori, proprio grazie all’incredibile evoluzione tecnologica nel language modeling.
E questo scenario, infatti, arriva all’indomani dell’uscita sul mercato di ChatGPT (Chat Generative Pre-trained Transformer), ovvero un prototipo di chatbot, uno strumento di elaborazione del linguaggio naturale basato su intelligenza artificiale e apprendimento automatico. Rilasciato da Open AI verso la fine del 2022, promette di rivoluzionare interamente il rapporto che abbiamo con la dimensione digitale e proprio per questo ha attirato grande attenzione, scetticismo e anche paura, visto che minaccia di “rubare” il lavoro a chi opera in svariati ambiti professionali. Si tratta di uno strumento tecnologico in grado di scrivere email e curriculum, ma anche articoli e altri testi simili a quelli scritti da una persona; sa capire il linguaggio umano e sostenere una conversazione. ChatGTP è già stato usato per scrivere sermoni, superare test ed esami ma anche per dare consigli sulle relazioni interpersonali.