la Repubblica, 8 marzo 2023
Michelle for president
E se Michelle cambiasse idea? Come ormai accade ad ogni ciclo elettorale, la ex first lady torna ad emergere come un potenziale candidato alla Casa Bianca, nonostante lei abbia sempre negato di aver alcun intenzione di dedicarsi alla politica attiva. Forse, come accade anche per Hillary Clinton, il suo nome viene fatto per sabotarla prima ancora che pensi di correre. In questo caso, però, la logica è un po’ più stringente. Biden intende ricandidarsi e lo farà, a meno di problemi di salute. Se però questi emergessero all’improvviso il Partito demcoratico si ritroverebbe in piena emergenza, perché la vice Kamala Harris non viene vista come una soluzione convincente, e quindi salirebbe la pressione sulla moglie di Obama per tirarlo fuori dai guai. La ricandidatura di Biden sembrava tramontata dopo il fallimentare ritiro dall’Afghanistan, a cui erano seguite l’impennata storica dell’inflazione e la guerra in Ucraina. Con l’economia in quelle condizioni, tutti gli analisti davano per scontato che i democratici avrebbero patito una disfatta storica nelle elezioni di midterm dell’anno scorso, e la catastrofe alle urne avrebbe chiuso definitivamente la porta al presidente. Le cose però non sono andate così. L’inflazione dopo l’estate ha inziato a rallentare, anche se molto lentamente, e l’invasione di Putin è stata bloccata senza provocare una recessione globale. Dall’altra parte Trump è riemerso come il leader del Partito repubblicano, imponendo la scelta di candidati estremisti che hanno alientato gli elettori moderati, centristi o indecisi. Quindi il Gop ha di fatto perso la terza elezione consecutiva sotto la leadership di Donald, che però ha subito annunciato la volontà di correre nuovamente per la Casa Bianca nel 2024. In queste condizioni la ricandidatura di Biden è tornata ad apparire come la risposta più logica, nonostante nei sondaggi la sua popolarità galleggi intorno al 40%, e la maggioranza degli elettori democratici vorrebbe un cambio generazionale. Il fatto è che se si ripetesse la sfida tra Joe e Donald, al primo basterebbe riportare alle urne gli 81 milioni di elettori che lo avevano votato nel 2020 per rivincere. Magari ne perderebbe alcuni, ma non sarebbe facile per Trump scavalcarlo, soprattutto se l’economia evitasse la recessione. Biden però avrebbe 82 anni il giorno del secondo giuramento, e questo preoccupa tutti. Secondo il suo medico è in ottime condizioni fisiche, nonostante il tumore della pelle appena asportato, ma alla sua età le sorprese sono sempre possibili. Perciò i democratici sono costretti a pensare al piano B, nel caso si verificasse un’emergenza. In questo quadro, l’ex funzionario della Casa Bianca e delPentagono Douglas MacKinnon ha detto alla Fox che il nome di Michelle Obama tornerebbe ad imporsi. Altre potenziali alternative, come i governatori Newsom della California, Whitmer del Michigan, e Pritzker dell’Illinois si tengono pronti, come anche il segretario ai Trasporti Bittigieg, o i senatori Warren, Sanders, Klobuchar e Booker. Poi ci sono le “vecchi glorie”, tipo Hillary, Kerry o Gore. Michelle però sarebbe la favorita imbattibile, se decidesse di correre.