Corriere della Sera, 8 marzo 2023
Intervista a Luca Bizzarri
«Lol? Mai visto. Quando una cosa è di grande successo noi genovesi ne stiamo lontanissimi». Il gusto del paradosso anima da sempre la comicità di Luca Bizzarri, che sarà tra i protagonisti della nuova edizione dello show disponibile da domani su Prime Video. «Quando mi hanno chiesto di partecipare sono andato a vederlo e sono morto dal ridere. Mi sono convinto subito».
Tra i concorrenti c’è anche Paolo Kessisoglu, suo compagno di fatto: ma questa volta sarete uno contro l’altro...
«È anche questo aspetto risulta essere divertente. Abbiamo calcolato di fare delle cose insieme mentre ognuno si è preparato dei pezzi all’insaputa dell’altro, ma dopo 25 anni di carriera insieme eravamo entrambi terrorizzati: per ognuno di noi due è più facile far ridere l’altro perché conosciamo i nostri reciproci punti deboli. La sera prima di registrare Lol siamo andati a cena fuori e davanti a una bottiglia di vino, o forse due, ci siamo confessati come avremmo provato a farci ridere».
Lei & Paolo, Crozza: la satira politica gira intorno a pochissimi nomi...
«La satira politica in tv ormai è poca roba: è anche vero che nella tv generalista, tra Rai e Mediaset, a forza di mettere paletti non trovi più spazio».
Anche su La7, a «diMartedì»?
«Credo che io e Paolo abbiamo una caratteristica rispetto ad altri comici: spariamo a 360 gradi. Io cerco di trovare il brutto in tutti, altra peculiarità dei genovesi. Quindi vado a scovare la magagna pure nelle persone che in teoria mi rappresenterebbero di più. Così alla fine l’unico che non ha amici sono io».
Le hanno dato del fascista, ma anche del comunista, copre tutto l’arco parlamentare degli insulti...
«La grande differenza tra destra e sinistra è che la sinistra ride quasi esclusivamente di se stessa mentre la destra non ne è capace. Credo dipenda dal fatto che non ci sono – non dico comici – ma anche rappresentanti di destra che prendono in giro i loro capisaldi, che rimangono patrimoni intoccabili. E questo essere così aziendalisti è l’aspetto che forse gli fa vincere le elezioni».
A destra quindi hanno meno dubbi?
«Sì, anche se non capisco se il capo è visto come un generale in battaglia che tutti seguono, o se è considerato come il megadirettore di Fantozzi... forse più la seconda».
Il politicamente corretto la condiziona?
«Un po’ sì: è brutto che non si possano fare più le battute grevi. A diMartedì ne avevo una sulla Schlein che mi faceva tanto ridere, solo che era greve... Ho pensato: ma perché mi devo far rompere le scatole per una battuta? L’ho tolta, anche se con una certa disperazione».
Però su Twitter se le va a cercare le grane, si diverte a polemizzare con tutti...
«Twitter è un serbatoio inesauribile di cazzate, è il letame da cui nascono i fiori, da lì trovo tanti spunti per la nostra satira. E poi mi fa morire dal ridere vedere la gente che si agita. Un giorno mi è arrivato a casa un sacchetto di patatine fatte con la farina di grillo, ho postato la foto per vedere tutti gli utenti in fibrillazione: è come mettere i piedi su un formicaio...».
Con Calenda dialogavate spesso, lui le aveva anche affidato il suo profilo per un giorno. Poi cosa è successo?
«Si è dimostrato il politico più incazzoso. Ora non mi segue più. Non è più mio amico, si è comportato come fanno i 16enni. Però ho ancora la password del suo profilo, potrei entrare e ri-seguirmi, ma non lo faccio».
Il più furbo?
«Salvini. Si è limitato a qualche attacco di sguincio, ma ha capito che non gli conviene, difficilmente risponde in modo diretto».
Il più sportivo?
«Renzi, gli puoi dire di tutto».
Gli altri?
«Quando inciampo in gente tipo il leghista Borghi non riesco a tenere le dita ferme... Poi ci sono tanti fessi. Soprattutto quelli che ti rispondono pubblicamente perché si buttano in un terreno che non è il loro».
È un luogo comune credere che in un comico ci sia sempre un lato se non tragico, malinconico?
«Nel mio caso un fondo di verità c’è. Il comico è una persona che vede le stesse cose che vedono gli altri ma cerca di spostare il punto di vista. E magari scopre anche degli aspetti che non fanno ridere. Una delle difficoltà che incontro spesso ultimamente è imbattermi in cose che mi fanno arrabbiare e faccio fatica a rimanere comico. Penso ad esempio alle recenti dichiarazioni di Piantedosi... Questa è la vera trappola da cui guardarsi: se fai il mio mestiere, non devi cedere alla rabbia, devi sempre cercare il lato paradossale e ridicolo».
La ricerca su Google che fanno di più su di lei riguarda «la fidanzata».
«Che continuino a cercare».