Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  marzo 07 Martedì calendario

“L’OMOSESSUALITÀ? UN BUSINESS. COMANDA IL MERCATO E I GAY SERVONO SOLO A VENDERE” - MAURO CORUZZI ALIAS PLATINETTE: “SUL GENDER GIORGIA MELONI HA RAGIONE. L’UTERO IN AFFITTO? UNA VIOLENZA. ERO CONTRARIA AL DDL ZAN. LO SA CHE LA SINISTRA COL CACCHIO CHE MI HA MAI INVITATO A UN CONFRONTO? L’HO PROPOSTO A LUXURIA, MA NIENTE DA FARE. COSA È FASCISTA? È FASCISTA IMPEDIRE OGNI PENSIERO CHE SI SCOSTI DAL LORO, NO? - ROSA CHEMICAL? SI FA PALADINO DELLA FLUIDITÀ E VA SU QUEL PALCO SENZA SAPER CANTARE" -

Mauro Coruzzi alias Platinette, il mese prossimo al debutto del musical «Hairspray, grasso è bello». Un sottotitolo che è già da censura, se sul «grasso» dei racconti di Roald Dahl si sono accapigliati… «C’è una gran voglia di pulizia e mediocrità di questi tempi. Un brutto segnale. Penso che dopo il Covid più che mai si punti a una “società igienizzata”, con una grandissima dose di ipocrisia. A cui io non ho intenzione di inchinarmi».

Dell’essere scorretto lei ha fatto un’arte. Ora si appresta a cantare, ballare e recitare nuovamente. «E ho un dolore alla caviglia dopo le prove, mannaggia, che spero il fisioterapista possa rimediare».

(...) Gli slogan contemporanei del «body positivity» dicono che occorre accettarsi per come si è. «Fantastico, ma io avevo un tema importante da affrontare sull’incapacità di tessere rapporti importanti. Sa quella canzone per cui “non c’è sesso senza amore?”, ecco, secondo me funziona proprio al contrario. E poi guardi, tanta bella positività sbandierata e va a finire che le modelle di Milano della scorsa settimana erano tutte secche come betulle, smunte, poverine. Quanta ipocrisia c’è in giro al giorno d’oggi su tutto. Pure sugli 007».

Colpevoli di razzismo, secondo il politically correct. «Già lo fu Via col vento, quando invece l’attrice che interpretava Mami, Hattie McDaniel, era la prima nera dichiaratasi lesbica dopo la prima guerra mondiale. Occorre forse che la censura si ricordi anche di Fausto Leali e della sua Angeli negri, lo segnalo.

Bisogna che stiamo attenti, perché la storia ripulita non vale come l’originale. Sono testimonianze di un’epoca, non si possono toccare. Peraltro “negro” detto da persone di colore non è un’offesa ma ormai bisogna stare attenti a tutto, e io non ci sto».

Politica: alle primarie del Partito democratico hanno eletto Elly Schlein. Promette opposizione dura e cambiamento. «E bene ha fatto la presidente di Arcilesbica, Cristina Gramolini, a prender già le distanze, sull’identità di genere, dando ragione alla premier».

La comunità Lgbt si è spaccata. Giorgia Meloni ha detto che «la rivendicazione del diritto unilaterale di proclamarsi donna oppure uomo al di là di qualsiasi percorso, chirurgico, farmacologico e anche amministrativo andrà a discapito delle donne». «Io mi permetto sommessamente di far notare la semplice coincidenza: le donne sono sempre state considerate meno di zero in politica - non raccontiamocela - e poi guarda caso: Meloni va alla guida del governo e toh, anche la sinistra elegge un segretario donna.

Dall’altra parte hai una madre di famiglia di stampo molto tradizionale e forse anche un po’ intransigente, ed eleggi la Schlein, per i contenuti o per quello che rappresenta il suo stile di vita? Lasciando perdere il fatto che, a casa mia, innovare vuol dire trovare un territorio comune e non annunciare opposizione durissima. Ma al di là di tutto, guardi, lei ha voltato pagina chiedendomi della politica ma il foglio è sempre lo stesso».

Intende quello dell’ipocrisia? «Quello. L’anno scorso ero ad Atreju, mi invitò Meloni per parlare delle mie posizioni contrarie al ddl Zan. Ma lo sa che la sinistra col cacchio che mi ha mai invitato a un confronto? L’ho proposto a Luxuria, ma niente da fare. Posso per favore dire che tra tutti quelli che hanno votato Meloni ci sono anche persone omosessuali? Un po’ come questo fantomatico rigurgito del fascismo: è tutto al contrario, mi sa».

In che senso? «Nel senso che i benpensanti progressisti sedicenti artisti, non hanno nemmeno idea di cosa fosse. Cosa è fascista? Mi viene da dire che è fascista impedire ogni pensiero che si scosti dal loro, no? Io voglio poter dire che l’utero in affitto è una violenza sulle donne.

Perché c’è prima l’affido, o l’adozione: si combatta eventualmente su queste leggi, non puntando alla comodità di chi, visto che ha 100.000 euro a disposizione, usa una donna come un forno del panettiere. E parlano di tolleranza e inclusione, mah…».

La Russa, però, l’avrà fatta arrabbiare, con la dichiarazione sul figlio gay… «La dichiarazione sarà pure stata inopportuna, ma persino Luxuria lo ha difeso: non è una persona omofoba. So di vicende in cui La Russa si è speso in prima persona per aiutare senza alcun pregiudizio. Penso sia semplicemente una frase uscita sbagliata e cucita ad arte sui giornali.

Guardi che anche quando parlo con la Mussolini, io tanto retrograda questa destra non la vedo. Anzi: lei firmò le proposte per le unioni civili, con la Carfagna… Dopodiché l’ho già detto chiaro e tondo: se le leggi sull’aborto ci sono, vanno rispettate, e occorre accettare che oltre alla famiglia tradizionale ce n’è ormai un’altra. Non riconoscerlo, significa non fare passi avanti, non crescere e non stare al passo con i tempi».



Questa destra è quindi retrograda, oppure così la dipingono? «Non lo sono tutti quelli di destra. Io temo piuttosto che si stia cercando di far passare un messaggio assurdo: che l’orientamento sessuale di una persona ne determini la qualità. E che le qualità migliori stiano a sinistra. Bizzarro, non crede? Prenda Sanremo: Rosa Chemical si fa paladino della fluidità e va su quel palco senza saper cantare».

(...)

Al Festival di Sanremo c’era anche Ariete, convinta che l’omofobia sia ben radicata in Italia. «E poi vedo che è testimonial di una piattaforma online di abiti. Questo è un punto importante: la verità che nessuno osa dire è che comanda il mercato. La pubblicità ha capito che il business si fa se si mette un omosessuale a girare il minestrone nel pentolone. Quando cerco un film da vedere alla sera mi impressiona ancora che la dicitura “Lgbtq” identifichi un genere: è evidentissimo che si etichetta così un prodotto - indipendentemente dalla qualità - perché attraente per il consumatore. Pannella capì tutto prima di tutti».

Perché? «Perché andò ad Arcore a dire a Berlusconi: mettiamo insieme il mercato e i diritti civili. Era l’unico a capirci qualcosa per davvero, di cos’è la politica».

(...)